Quando Contador giunge sul traguardo, al termine della scalata verso il Sestriere, agita il pugnetto, moderatamente. Il volto è tirato, perché sul Colle delle Finestre, il Pistolero si scopre umano, attaccabile. Qualche metro sui pedali, per rispondere d'istinto a Landa, poi il buonsenso, rientro nei ranghi per non finire alla deriva e perdere il Giro. Solo, Contador, sul Colle, come lungo ogni rampa del Giro, alla mercè dell'Astana, schierata in blocco per scovare il momento "no" di Re Alberto. Quando Landa scompare all'orizzonte, la sensazione è che il Giro possa realmente riaprirsi.
Contador perde la ruota di tutti i migliori, scollina in ritardo, ma ha classe, ha carattere. Si fionda in discesa, supera il momento peggiore, e nel falsopiano fa valere doti da passista. Recupera, sfrutta l'empasse degli azzurri, pronti al sacrificio di Landa per il volo di Aru, perde, con ragione. Il Giro, verso il Sestriere, non è più a rischio. Contador salva la pelle, completa il primo passo di una stagione lunga e si prepara alla passerella milanese.
178 km, da Torino a Milano, il cuore pulsante dell'Italia attraversato dalla carovana del Giro. Alberto Contador si innalza sul gruppo, sfodera il rosa del primato, dispensa sorrisi e pacche sulle spalle, ai suoi lati un Aru sorridente, primo a Cervinia, primo al Sestriere, e un Landa scuro in volto, dopo l'ordine di scuderia di ieri.
Nessuna ascesa, come d'ordinanza nella tappa che chiude la corsa. 140 km per giungere a Milano, poi si entra in un circuito cittadino da ripetere 7 volte. 5,4 km la lunghezza, un finale veloce, qualche curva da interpetare con attenzione, l'attesa per l'ultimo sprint. Il treno della Lampre - Ferrari, Richeze, Modolo - punta a firmare la tappa n.3, la quinta per la squadra, Nizzolo vuol cancellare l'etichetta da piazzato, Viviani è pronto a tutto per la maglia rossa. Cala il sipario.
La tappa: