Il primo arrivo in quota accende la luce sulle attuali condizioni dei grandi della generale. A sorpresa, Alejandro Valverde mette in fila i pretendenti alla roja, strappando nuovamente il simbolo del primato, al termine di un'ascesa affrontata in testa dal primo all'ultimo metro. Da gregario a leader il passo è breve, tocca ora a Nairo Quintana ristabilire le gerarchie di inizio corsa. Froome e Contador ci sono e non hanno mancato di farlo notare. Solo loro due hanno tenuto il passo di colui che in gioventù, per le reiterate vittorie, era chiamato "El Imbatido". In leggero affanno Nairo, appunto, Rodriguez e Aru. 

La settima tappa presenta le caratteristiche tipiche della Vuelta. Nervosa, indecifrabile, una serie ininterrotta di salite e discese. Non ci sono pendenze proibitive, ma non manca il terreno per colpi di mano. I 169 km da Alhendin a Alcaudete paiono campo perfetto per corridori in grado di reggere su salite moderate e di lanciare poi la stoccata allo sprint. Degenkolb, Gilbert, Bouhanni, Pozzato, tanti i papabili. Il finale, in leggera pendenza, potrebbe chiamare anche gli uomini di classifica, magari lo stesso Valverde. 

I Gpm di giornata sono due: nella prima parte del tracciato l'Alto de Illora, terza categoria, 6.8 km al 6,6%, ad anticipare il finale l'Alto Ahillo, seconda categoria, 12 km al 4%. A chiudere, verso il traguardo, cinque chilometri, come detto non proibitivi, ma da correre sempre con lo sguardo rivolto verso l'alto. Dopo le fatiche di ieri, qualcuno può pagare dazio?