A poche ora dalla decisione dell'Alta Corte del CONI, Greta riflette sul ricorso ritenuto inammissibile.
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L'Alta Corte di Giustizia del Coni senza entrare nel merito della questione, ha dichiarato inammissibile il mio ricorso poiché sarebbe basato su un mio diritto "disponibile".
Così facendo chi è stato chiamato a giudicare il mio caso, l'ex ministro Franco Frattini, non è potuto entrare nel merito della vicenda.
In realtà, mi sono rivolta al CONI per lamentare l'avvenuta violazione di fondamentali diritti processuali che hanno determinato l'irrogazione della sanzione da parte della FIPAV.
Pertanto, a parere mio, con il conforto dei miei legali, la corte del CONI ha errato, evidentemente preferendo adottare una decisione banale e poco approfondita piuttosto che affrontare un tema, ossia quello del giusto processo, che necessariamente interessa l'intero sistema della giustizia sportiva.
Nel 2013 il Presidente Malago' mi scrisse questa lettera:"con felicità ti comunico che ti è stata conferita la medaglia d'argento al valore atletico in riconoscimento dei risultati agonistici ottenuti nel 2011."
Ho 31 anni, ho portato i colori dell' Italia alle olimpiadi, ho sudato la mia maglia azzurra in ogni parte del mondo per cercare il trionfo mio e dell'Italia.
Non sono un legale, sono un atleta, donna ed in questo momento vivo un momento di grande frustrazione. Non chiedo altro che poter tornare a lavorare.
Non mi do per vinta e, con il mio studio legale, sto valutando l'ipotesi di ricorrere al giudice ordinario, forse al TAR competente, convinta del fatto che la giustizia sportiva non può in alcun caso, così come è avvenuto nei miei confronti, prescindere dall'applicazione dei fondamentali diritti processuali che sono stati del tutto ignorati nel corso dell'intero procedimento sportivo.
Combattero' perché questo è uno dei tanti valori che mi ha insegnato lo sport.
Greta Cicolari.