Kohei Uchimura e Simone Biles, sono loro la nuova coppia regina della ginnastica artistica. Cala il sipario sul mondiale di Anversa, l'impresa che resterà scolpita nella storia è del giapponese Uchimura. Il titolo All-Around è suo con 91.990. Per Uchimura è il quarto titolo mondiale consecutivo, firmando un dominio che dura dal 2009. Nessuno mai come lui, la stampa lo incorona come il più grande di sempre! La gara celebra il Giappone: è d’argento Kato, mentre sul gradino più basso del podio ritorna il tedesco Hambuechen. Per Uchimura anche il “Prize for Elegance 2013”, che lo consacra atleta più elegante dei mondiali. Se in campo maschile c’è stato il predominio dei veterani, nell’All-Around femminile le luci della ribalta sono tutte per la giovanissima statunitense Biles. Il suo 60.216 vale l’oro davanti alla connazionale Ross, che si consola con il premio eleganza al femminile, e la regina russa Mustafina. Buona prova per le nostre ragazze: sesta Vanessa Ferrari e undicesima Carlotta Ferlito.

Sono proprio Ferrari e Ferlito le speranze azzurre anche nelle finali di specialità. Per Vanessa è finale alla trave e al corpo libero, mentre Carlotta si gioca tutto alla trave. La loro finale alla trave è macchiata dalla sfortuna. Le due ginnaste trovano un ottimo esercizio, ma chiudono ai piedi del podio. Bruciano i trentatre millesimi che separano la Ferrari dal bronzo, mentre un severo 14.283 vale alla Ferlito il quinto posto. La trave ridà la giusta luce alla Mustafina, campionessa del mondo davanti a Ross e Biles. Nemmeno il tempo di asciugare le lacrime, che sul volto di Ferrari si disegna un sorriso tutto d'argento. È finalmente medaglia per l’Italia! Il suo 14.633 al corpo libero è secondo solo al punteggio della Biles. Terza la Iordache.

Anche in campo maschile l’Italia sogna con la finale al cavallo con maniglie di Alberto Busnari. La sua prova è ottima e vale 15.600, trentatre millesimi in meno del punteggio di qualifica. Un nulla, ma è un niente che ha il sapore della beffa. L’azzurro è giù dal podio per quei trentatre millesimi; come Ferrari alla trave. Resta il rammarico per una votazione che penalizza forse eccessivamente la prova di Alberto e valorizza fin troppo quella di Whitlock, che chiude secondo a pari merito con Corral. Proprio Whitlock, che già ai recenti europei e alle Olimpiadi di Londra ha tolto il podio a Busnari, che arriva così a tre quarti posti in un anno. L’oro va a Kameyama.

Nelle altre gare al maschile da evidenziare lo spettacolare 16.000 di Kenzo Shirai al corpo libero, che vince davanti a Dalton e a Uchimura. L’imperatore Uchimura si prende anche l’oro alle parallele simmetriche, seppur a pari merito con il cinese Lin, mentre il bronzo va a Orozco. Il brasiliano Nabarrete Zanetti si conferma signore degli anelli, chiudendo davanti al russo Balandin e a Wynn. Nel volteggio la gloria è del coreano Yang, al suo secondo oro mondiale consecutivo. Sul podio anche Legendre e Thomas. È del biondo olandese Epke Zonderland l'ultimo oro della rassegna iridata. La sbarra è il suo dominio, il suo 16.000 è una sentenza. L'olandese, già oro a Londra, lascia soltanto l'argento a Hambuechen e un bronzo a Uchimura, che chiude con l'ennesimo podio un mondiale vissuto da re.

Il concorso al femminile incorona finalmente Mc Kayla Maroney, che vendica l’oro perso a Londra con il titolo mondiale al volteggio, griffato dal punteggio di 15.724. Sul podio anche la Biles e la nordcoreana Hong. Un plauso va a Oksana Chusovitina, che a 38 anni e dopo 22 anni dal suo primo oro mondiale, chiude con un quinto posto che le vale l’ingresso nella Hall of Fame. Le parallele asimmetriche assegnano l'oro a Huidan Huang. Sul podio l’americana Ross e la zarina Mustafina, che dopo il terribile infortunio al ginocchio nel 2011 e dopo l’oro di Londra, è definitivamente tornata tra le grandi del mondo, anche grazie al meritato titolo alla trave.

Nel segno leggendario di Uchimura e con la nuova stella Biles nel firmamento della ginnastica, si chiude l’edizione numero 44 dei campionati del mondo. L’Italia saluta con l'argento di Ferrari, due quarti posti amari e un bagaglio pieno di speranze verso gli europei di Sofia e il mondiale di Nanning 2014.