E’ terminato il digiuno, l’astinenza che durava da tre anni (4 luglio 2010, Petacchi) e settanta tappe: Matteo Trentin fa una volata incredibile, lunga, di rimonta, di freschezza, capeggiando gli uomini della fuga, che stavolta prevedibilmente arriva, 7’ prima del gruppone. Si aspettava Cunego. Che ci prova, tardivamente, con Hoogerland, ma la gamba non è delle migliori, non riesce a raggiungere i 18 corridori partiti dal mattino. Allora c’è Trentin, l’uomo che non ti aspetti, il gregario di Cavendish, a cui viene lasciato spazio per un giorno, finalmente. E’ il suo primo Tour de France, a quasi 24 anni. Chi l’avrebbe mai detto.
A Lione arrivò la prima tappa del primo Tour, nel lontano 1903; tappa lunga più di quattrocento chilometri, e che partiva da Parigi. Oggi sono 191 km, con il plotone volenteroso di rilassarsi, prima delle asperità micidiali di domani, con il gran finale del Mont Ventoux. Allora la fuga stavolta parte e arriva, per la prima volta in questa 100esima edizione della Grande Boucle. Ed è una fuga ampia, che si distende tra i colli e 7 facili GPM. Fino ai -30 km non accade più nulla, poi partono gli scatti. Bakelants ci prova in salita, Simon in discesa: il francese della Sojasun è solo, davanti, fino all’ultimo chilometro, prima di essere mangiato da chi lo segue.
Albasini e Rojas sono i favoriti, in volata, ed è Albasini stesso a comandare lo sprint finale. Si pesca da serbatoi semivuoti, tuttavia, per il gran lavoro fatto nel corso della giornata. Chi ne ha di più è Matteo Trentin, che recupera posizione su posizione, negli ultimi venti metri scalza tutti i suoi compagni di fuga, trionfa con le mani sul casco, senza poterci credere. E’ gloria italiana, finalmente. Prima che, domani, su una montagna storica si aspettano fuochi d’artificio tra Froome, Contador, Quintana e tutti gli altri coraggiosi.