Non c’è mai nulla di banale, al Tour de France. Anche la prima tappa di questa 100esima edizione, che tocca la terra di Napoleone per la prima volta – la Corsica – riserva infinite sorprese e, forse, ripercussioni già importanti, dopo appena qualche ora di corsa. Intorno alla ventesima posizione, nel finale come previsto concitato, cade un uomo, investito poi da tantissimi altri corridori: c’è Sagan, c’è Greipel, c'è Goss, Cavendish non va a terra ma può dire addio allo sprint. C’è, sopra tutti, Alberto Contador, che arriva con ritardo alla fine, la maglietta strappata, forse una spalla dolorante. In questa volata menomata Trentin prova ad anticipare tutti, partendo troppo presto. Kittel rimonta Van Poppel (terzo, appena diciannovenne) e Kristoff (secondo), si impone in uno sprint di pura potenza, alzando le braccia al cielo.
Nei 213 km che portano a Bastia ci provano quattro coraggiosi, tra cui Flecha (domani frazione più adatta a qualche colpo di mano), ma la tappa è un tappeto da biliardo che deve portare inevitabilmente al volatone. Fuggitivi ripresi a 37 km dalla fine, poi le squadra dei velocisti cominciano a lavorare e a prendere le posizioni migliori. Ma il tedesco Kittel sorride sul traguardo (25 anni e 12esima vittoria stagionale). Situazione paradossale a pochi minuti dalla fine, peraltro, con il pullman della Orica che si incastra sul traguardo mentre i corridori stanno arrivando, facendo andare in tilt anche i servizi di cronometraggio. Si decide di anticipare la fine ai -3 km, prima che il pullman venga disincagliato in extremis e si torni alla normalità dopo diversi minuti di panico.
Nonostante la decisione appaia strana e un po’ unica nel suo genere, la direzione del Tour ha deciso di neutralizzare i tempi e di annullare i ritardi dei corridori (notizia importante e graditissima per il pistolero Contador, dunque, che avrebbe perso 2’08’’). Tuttavia nasceranno polemiche legate al fatto che Hesjedal, per esempio, avesse forato ben prima della caduta, e il suo ritardo fosse pertanto legato a un altro episodio, un problema tecnico precedente. La prima tappa dimostra che è necessario non abbassare mai la guardia, perché è un Tour che parte già scintillante, senza momenti distesi e rilassati. E’ il Tour, appunto, dove non c’è mai nulla di banale.