"La pioggia ha cambiato il mio modo di giocare". Candida ammissione di Rafa Nadal, per l'ottava volta in carriera trionfatore a Roma, Master 1000 su terra battuta che si è concluso ieri sul centrale del Foro Italico. Sotto 3-1 al terzo contro un fantastico Alexander Zverev, il maiorchino ha approfittato di una lunga interruzione per pioggia per riprendere il filo del discorso e dominare l'ultimo scorcio di partita, quello post-pausa, con cinque giochi consecutivi vinti e finale in cassaforte. Nadal termina così il suo trittico sul rosso con due vittorie a Montecarlo e Roma, con una sconfitta a Madrid e con un ulteriore successo a Barcellona, preparandosi al meglio per il Roland Garros di Parigi, che inizierà domenica prossima e che lo vedrà ancora come principale favorito. Attitudine alla superficie, lunga distanza (tre set su cinque), personalità, capacità di non mollare mai rendono il numero uno al mondo, tornato in vetta al ranking Atp dopo una settimana di assenza, quasi imbattibile quando la palla rimbalza lenta e alta. Ma anche questo Nadal, in versione cannibale, ha i suoi avversari.

Uno dei primi della lista, se non il primissimo, è senza dubbio Alexander Zverev, il ventunenne tedesco che ha a sua volta dalla sua un bilancio positivo in questa stagione sulla terra rossa, con successi a Monaco di Baviera e Madrid, oltre alla finale di ieri (che fa il paio con quella di Miami), persa a Roma con lo score di 6-1 1-6 6-3. Dopo aver ottenuto il break in apertura di match, il giovane Sascha si è completamente sciolto nel primo set, non in grado di tenere il ritmo (anche dal punto di vista mentale) di Nadal, concedendo sei giochi consecutivi. Sembrava la solita partita dominata dallo spagnolo, desideroso di mettere le cose in chiaro contro un rivale rampante, è stata invece una finale lunghissima. Perchè Zverev è salito clamorosamente di colpi nel secondo parziale, prendendo a pallate il rivale da fondo campo (fantastici i suoi rovesci lungolinea), con un'aggressività che - se espressa in maniera continuativa - lo renderà presto il primo giocatore al mondo. Sascha ha demolito Nadal nel secondo set, più di quanto fatto da Thiem a Madrid, che pure contro il maiorchino ci aveva vinto, ottenendo un parziale di nove giochi a due, salendo avanti di un break anche nel terzo.

Poi l'interruzione per pioggia, l'attesa, il ritorno in campo di un redivivo Nadal hanno nuovamente modificato l'inerzia della finale: lo spagnolo ha ripreso ad azzannare la sfida, in un su e giù da montagne russe che ha finito per premiarlo, mentre Zverev affondava, stavolta con un parziale sfavorevole di cinque giochi a zero. Il maiorchino si conferma dunque re della terra rossa, ma Sascha si candida prepotentemente a uomo del futuro anche su questa superficie. Più completo e giovane di Thiem, ora il tedesco dovrà dare segnali importanti anche al Roland Garros, in uno di quegli appuntamenti Slam che sinora ha quasi sempre mancato. 

Nadal (1) - A. Zverev (2) 6-1 1-6 6-3