Ventidue anni, non è mai troppo tardi. Anzi, siamo ancora in piena corsa. Gianluigi Quinzi riemerge con foga dalle tortuose sabbie mobili del mondo ITF e si impone - finalmente, aggiungerei - in un Challenger, dando una spallata alla classifica, ed al morale. Il lunedì, così, ci consegna un dato ufficiale estremamente confortante: sfondato il muro dei top 300, l’azzurro ora si stabilisce alla posizione N°265 ed ingrana, provando a scalare le marce e sognando una seconda parte di 2018 da protagonista. 

"Non me l'aspettavo, venivo da un momento buio, difficile e con poche motivazioni. Sono tanto contento, ho fiducia, sto giocando bene e spero di continuare così." Quinzi - in sintesi, ai microfoni di Supertennis - spurga gioia ed accoglie il calore del centrale di Francavilla. Un torneo sontuoso, iniziato con la chirurgica vittoria su De Loore e proseguito con lo scalpo dell'esperto connazionale Vanni, più che ostico su questi campi ed a questo livello. Un gioco aggressivo, ordinato, e celebrale, che gli ha fatto perdere l'iniziale patina di paura che lo attanagliava - "dopo le prime partite ero un po' spaesato, non mi aspettavo di giocare così dopo tempo" - ed ha sciolto il mancino del nativo di Porto San Giorgio. Un po' di sofferenza contro Pellegrino - contro di lui unico set perso nel torneo - prima di tirare fuori gli artigli nel terzo e decisivo set, raggiungendo una semifinale che definire insperata appariva eufemistico. Fuochi e fiamme al cospetto di uno specialista come Griekspoor - 64 62 comandando dall'inizio alla fine - e strapazzato in finale un giovane rampante come Ruud, che, ad ora, vale altri palcoscenici su questa superficie. 64 61 che gli consegna il primo titolo Challenger della carriera, ed il più importante successo a livello pro. 

Il percorso del natio di Porto San Giorgio è appena iniziato. L'obiettivo è ancora quello di entrare nei 100 e fare la voce grossa nel circuito. Tanto lavoro e sudore, che Quinzi sta spendendo alla Tennis Training School di Foligno sotto la guida di Fabio Gorietti e Federico Torresi. In una settimana importante per il tennis azzurro - ottime prestazioni a Budapest con primo sigillo di Cecchinato in un ATP - Giangi non sfigura di certo.