Dopo 30 anni di sodalizio, Miami saluta la location storica del torneo. Il Tennis Center di Crandon Park arriva al capolinea. La storia viene scalzata dalla tecnologia; l'enorme Hard Rock Stadium ed il relativo parcheggio - che verrà allestito con molteplici campi - saranno la sede del Miami Open 2019. Ma bando alle ciance, ed alla storia, c'è una finale da giocare dopo le due già disputate - titolo alla Stephens ed ai fratelli Bryan. Il pubblico - con tutta probabilità - avrebbe preferito salutare Key Biscane l'anno scorso, quando in finale c'erano Federer e Nadal. Oggi, invece, a contendersi il titolo ci sono Zverev ed Isner; non il massimo, ma un signor match tra due giocatori che meritano di contendersi il titolo. D'altronde, chi vince ha sempre ragione; scopriamo le carte. 

Il match

Alexander Zverev e John Isner si scontrano nell'atto conclusivo dopo essere stati partecipi di due percorsi diametralmente opposti. Il rampante teutonico - reduce dalle cocenti delusioni di Melbourne ed Indian Wells, battuto rispettivamente da Chung al 3T e da J. Sousa all'esordio - si presentava a Miami spossato e sfiduciato, con un tennis appena sufficiente che risentiva di ciò. Il match d'esordio - dopo il bye - contro Medvedev conferma i problemi. Zverev junior soffre contro il pari età, famoso per non essere un concentrato di solidità e costanza. Il russo lascia spiragli per passare, corre ma non capitalizza; lui si aggrappa al servizio, ma strappa troppo con il colpi base, soprattutto con il tanto caro rovescio. Dopo aver vinto il primo, arriva il 6-1 che lo trasporta al terzo. Qui, di forza, vince al tie-break. Il match al 3T contro Ferrer presenta lo stesso canovaccio. Stavolta è Ferru a vincere il primo, ed a scemare pian piano nei due successivi. 62 64 ed ottavi. Il match contro Kyrgios ribalta le ambizioni del tedesco, il quale torna ad esprimere un livello alto ed a sciorinare vincenti da fondo. Batte in due set anche il figliol prodigo Coric ed il regolarista Carreno Busta. Ora, vista finale.

Zverev - Fonte: @MiamiOpen/ Twitter.
Zverev - Fonte: @MiamiOpen/ Twitter.

Differente la storia scritta da Isner a Miami. Reduce anche lui da un inizio anno poco positivo, per utilizzare un eufemismo, dove ha raccolto briciole ovunque - agli Australian Open addirittura battuto da Ebden all'esordio, ad Indian Wells giustiziato da Monfils - arriva in Florida con la faretra calibrata in maniera perfetta. Inizia a far piovere prime di servizio e carica il dritto a pallettoni. In parole povere, non lascia scampo a nessun avversario che lo affronta. Soffre un po' al 1T contro Vesely, poi cambia marca e gli altri possono solo prendergli la targa. D'astuzia contro Youzhny e Cilic, strapazza Chung e ridicolizza una delle icone del power tennis punendolo con la stessa modalità. Servizio potente, e dritto al fulmicotone. Sotto con Zverev per il titolo.

Isner - Fonte: @MiamiOpen/ Twitter.
Isner - Fonte: @MiamiOpen/ Twitter.

I due si sono affrontati tre volte. In tutti e tre i casi il match lo ha portato a casa Zverev. Due incroci su cemento, uno su terra.