"Sostare in top 20 è difficile, ancor di più se resti lassù per otto anni. Non avrei mai creduto di farcela quando sono diventato professionista, sono stato ripagato del duro lavoro". Così John Isner battezza la sua intervista al portale Tennis.com, visibilmente entusiasta per la costanza di rendimento avuta negli anni.
Il nativo di Greensboro non nasconde l'amarezza per l'occasione sfumata: "Sono stato molto vicino a finire l'anno in top 10, l'anno scorso in particolare. I margini sono nulli, è veramente questione di poco. Jack Sock - ad esempio - ha approfittato del torneo di Parigi a fine anno, mentre io no. Ho perso in semifinale, e lui l'ha vinto agguantando così la top 10. Devo mettermi nelle giuste condizioni per esprimere ancora un buon tennis, so di farcela." Ed aggiunge: "Ho dormito male nei giorni seguenti alla sconfitta con Krajinovic, è stata difficile da digerire. Ma questo è il sale dello sport; le vittorie ti proiettano in paradiso, al settimo cielo, le sconfitte pungono"
Il 2018 vedrà il debutto del New York Open, ATP 250 in programma a Long Island: "Giocheremo su un campo nero; è il primo evento del Tour che propone ciò, ritengo che abbia il suo fascino. Sarà simile a quello visto alla Laver Cup. Non vedo l'ora, sono molto entusiasta di giocare lì"
Il tennis si è evoluto, l'età media si è alzata, e molti over 30 riescono ad ottenere ottimi piazzamenti durante l'anno; così Isner sull'argomento: "E' cambiato molto. Dieci anni fa - quando sono diventato professionista - se mi avessi detto che avrei giocato ad un livello molto alto a 32 anni non ti avrei creduto. Eppure ora vedo molti tennisti più anziani di me che fanno bene, e l'unica persona che vogliono emulare è Roger (Federer, n.d.r.). Vedere ciò che sta combinando alla sua età è interessante e stimolante. Il motivo di tale longevità risiede anche nel tipo di vita che viene condotta, con le nuove tecniche che hanno permesso agli sportivi di trarre il massimo dal proprio corpo: "Dò molta importanza al mangiare bene, al dormire bene, allo stretching ed ai massaggi. Se riesco a fare ciò curando me stesso, penso che potrei rimanere in campo a lungo, specialmente con il gioco che propongo. Non sono costruito per vincere scambi lunghi come Rafa (Nadal, n.d.r.) e Novak (Djokovic, n.d.r.). Il gioco che propongo mi aiuta, giocare scambi brevi è un punto a mio favore. Tutti mi dicono che dovrei andare più a rete; è vero, ma in quei momenti il gioco si sviluppa in poco tempo, ed è difficile prendere decisioni. Devo riuscire anche a togliermi la troppa pressione in corpo".
Dopo una piccola parentesi riguardante il matrimonio - "é stato fantastico - Isner ha stilato gli obiettivi per il 2018: "Mi piacerebbe arrivare a giocare una semifinale Slam ed a vincere un Masters 1000. Sono stato molto vicino a fare ciò nella mia carriera, si tratta soltanto di affrontare gli appuntamenti con la giusta mentalità. Il mio gioco è molto mentale; sono capace di quello che posso fare, ma a volte è come se giocassi contro di me. Sono capace di battere chiunque, ma anche di perdere contro chiunque."