Si è appena concluso un 2017 complicato per Fabio Fognini. Il tennista azzurro ha confermato pregi e difetti che ne contraddistinguono la carriera ormai dai tempi degli esordi, conquistando un titolo Atp 250, in estate, sulla terra rossa di Gstaad, e fornendo buone prestazioni sul cemento a inizio stagione, in particolar modo nel Master 1000 di Key Biscayne. Il resto dell'anno lo ha visto invece protagonista per altri episodi, come gli insulti sessisti a un giudice di sedia agli US Open.
Ecco perchè la nuova stagione dovrà regalare una svolta a Fognini e ai suoi tifosi, nella speranza di tornare tra i primi venti al mondo, anche se il tennista ligure ambisce a qualcosa di più. Questo il suo bilancio dell'annata appena trascorsa, tracciato in un'intervista rilasciata a Riccardo Crivelli de La Gazzetta dello Sport: "Stagione sicuramente positiva, ho vinto un torneo e ho giocato bene anche sulle superfici veloci, soprattutto all'inizio dell'anno. Mi spiace solo per come è finita, l'infortunio è arrivato quando stavo crescendo, mi sarei tolto qualche soddisfazione anche indoor, ne sono sicuro". Sempre alta l'attenzione mediatica nei confronti di Fabio: "Ormai ci sono abituato, le critiche superano sempre di gran lunga i complimenti. Il problema è che in Italia si è tifosi, pro o contro, e non appassionati di sport. Se un giorno dovessi arrivare al numero uno del mondo, gli italiani non sarebbero comunque contenti e mi chiederebbero di essere il numero zero". Attenzione generata però anche da alcuni suoi comportamenti. Inaccettabile quello di New York, con tanto di spada di Damocle dell'Atp (due Slam sub iudice) per future intemperanze: "Ho sbagliato, non sono stato un buon esempio, mi sono scusato e ho pagato. Non credo ci sia nient'altro da aggiungere. Io tante volte faccio già fatica, e lo sapete bene, a pensare a me stesso e alla partita, figuratevi se posso permettermi anche un peso del genere. Sono sereno, prometto che starò tranquillo".
Rimpianti per il 2017? Crivelli fa notare che a Stoccolma, quindi durante la fase finale della stagione, Fognini ha battuto l'americano Jack Sock, poi protagonista al Master di Londra: "Chiaramente, non esiste l'equazione batto un giocatore e quindi merito come lui. Jack è stato bravo a cogliere le occasioni che gli si sono presentate, gli faccio i complimenti. Certo, vedendo quello che è successo dopo, posso sicuramente dire che quel livello tecnicamente mi appartiene e non mi manca nulla. Dovrei solo essere più continuo". Cosa attendersi dunque dal 2018? "Al 2018 chiedo innanzitutto la salute. Spero che il fastidio al ginocchio passi in fretta, perché per adesso non mi ha permesso di allenarmi con la racchetta. Però tutti gli altri parametri fisici sono a posto, perciò la fiducia per un percorso di alto livello è immutata. Voglio rientrare tra i primi 20 del mondo. E rimanerci". Infine, riflessioni sul calendario e sulle regole sperimentali delle Next Gen Finals: "Sicuramente il calendario è piuttosto compresso, credo che una sospensione dell'attività per un paio di settimane a metà stagione farebbe bene a tutti, come magari giocare tutta la Coppa Davis in una settimana. Però mi dà abbastanza fastidio che chi si lamenta di più per le troppe partite poi finisca l'anno in giro per il mondo a giocare esibizioni. Nuove regole? l killer point sul 40-40 c'è già in doppio, pur con qualche sfumatura diversa, e forse sarebbe la più semplice tra quelle che riguardano il punteggio. Per quanto mi riguarda, possono mettere anche subito l'orologio dei 25" tra un punto e l'altro, ma forse Nadal non sarebbe d'accordo (sorride, ndr ): l'importante è che si usi sempre il buon senso, specialmente nelle partite lunghe". Exploit in uno Slam o continuità nei Masters 1000? Fognini non ha dubbi: "Uno Slam resta uno Slam".