Alla sua quindicesima partecipazione alle Atp Finals, Roger Federer è ancora l'uomo da battere, nonostante i trentasei anni e una concorrenza composta dal rivale di sempre, Rafa Nadal, e da nuove leve. Il Master di Londra è il coronamento di una stagione straordinaria, iniziata con tanti punti interrogativi sul cemento australiano, chiusa già da trionfatore, con due Slam in più bacheca e otto tornei complessivi vinti.

Il ritorno alle Finals entusiasma il fuoriclasse svizzero, che ricorda come a inizio stagione non fosse affatto scontato rivederlo tra i primi otto giocatori al mondo: "E' un gran risultato - le sue parole nella conferenza stampa della vigilia, riportate dal sito ufficiale dell'Atp - l'anno scorso non ce l'ho fatta a essere qui, quindi è bello esserci riusciti ancora una volta, perchè in questa stagione sono dovuto partire indietro nel ranking. All'inizio il mio obiettivo era quello di tornare tra i primi otto al mondo a metà stagione, prima o dopo Wimbledon. Ma vincendo gli Australian Open mi sono ritrovato in un'ottima posizione, e sono molto felice di come ho continuato a giocare per l'intera annata. Sono altrettanto contento di essere qui e di avere la possibilità di competere con i migliori. Giocare qui è sempre uno dei grandi appuntamenti della stagione". Un Federer che spiega così la sua programmazione, che lo ha indotto a saltare l'intera fase del circuito sulla terra rossa: "All'inizio ho solo giocato per capire cosa sarebbe potuto succedere, non avevo in testa di giocare certi tornei e di scartarne degli altri. Solo dopo aver vinto in Australia, poi a Indian Wells e Miami, ho scelto di non giocare sulla terra battuta, perchè avevo bisogno di riposare. Ero stanco, avevo giocato molto, con grandi risultati: fermarmi mi ha dato la possibilità di prendere fiato. Pensavo che sarei tornato a giocare in un torneo prima del Roland Garros, ma alla fine ho rinunciato, pensando che sarebbe stato meglio farsi trovare pronti per la stagione sull'erba e per la seconda metà del 2017".

"Una scelta che ha pagato dividendi e che mi ha fatto anche finire bene la stagione. Non avevo programmato un calendario del genere, ma alla fine tutto è andato per il verso giusto. In estate ho mancato solo Cincinnati, mentre prima avevo saltato i tornei sulla terra rossa. Agli US Open non sono arrivato in forma: direi che sono questi i rimpianti della stagione, anche se, al di là di ciò, è stata un'annata meravigliosa". Una stagione che si chiuderà ora con l'appendice delle Finals, torneo in cui sono presenti anche ragazzi molto giovani, come Alexander Zverev e Jack Sock, da affrontare nel round robin: "Giocare contro di loro è speciale, ma non credo che sia più difficile, ormai sono abituato da tempo a confrontarmi con giocatori ben più giovani di me. L'unica cosa che posso dire è che non posso più giocare venticinque tornei all'anno. O meglio, potrei, ma non so quale sarebbe il risultato!". Al termine delle Finals, un po' di riposo e poi di nuovo preparazione in vista del 2018. A chi gli chiede se ha in mente qualcosa di particolare nella sua offseason, Federer risponde in maniera vaga: "No, francamente non ho in mente niente di preciso, quantomeno per ora. Ma so già quando tornerò ad allenarmi, dove sarò a dicembre: è già tutto programmato. Per quanto riguarda il gioco, è qualcosa di cui dovrei discutere con il mio staff, con Severin Luthi e Ivan Ljubicic, per capire in quale direzione muoverci e su cosa lavorare. Ma in questo momento penso che siamo tutti concentrati sul finire questa stagione nel modo migliore".