Rafa Nadal parteciperà alle Atp Finals in programma a Londra da domenica prossima. A confermarlo, un membro del suo staff tecnico, l'ex numero uno al mondo spagnolo Carlos Moya, che spiega alla Gazzetta dello Sport in edicola oggi che "Rafa sta bene, il ginocchio è tornato a posto, anche se non era il caso di rischiare. Mancano cinque giorni al Masters, abbiamo ancora un po’ di tempo per recuperare. Sicuramente a Londra sarà competitivo, è l’unico grande torneo che non ha mai vinto e questo gli dà una motivazione fenomenale".

Una grande stagione per il mancino di Manacòr, sottolinea Moya: "Me l'aspettavo. Perché lo vedevo allenarsi ed era lo stesso di sempre, con la stessa energia e la stessa voglia. Risolti i problemi fisici, era chiaro che il suo tennis e la sua testa lo avrebbero riportato in alto. Toni è stato fondamentale nella costruzione di ciò che è Rafa, ma noi siamo un gruppo, uno staff coeso dove responsabilità e ruoli sono divisi, in modo che ognuno sia importante ma non indispensabile. E comunque alla fine tutto dipende dal suo enorme talento. Aveva perso un po’ di fiducia nel dritto, ma aveva acquisito più sicurezza con il rovescio. Io gli ho solo suggerito di essere più aggressivo, di cercare la rete, di accorciare gli scambi, perché il fisico non è più quello dei vent’anni". Fino a quando Nadal giocherà a questi livelli: "Se non avrà guai fisici, fino a quando vorrà lui". Sulle condizioni fisiche di Rafa è intervenuto in queste ore anche il medico del numero uno al mondo, il dottor Angel Ruiz Cotorro, intervistato dalla radio spagnola Cadena Ser: "E' arrivato a Parigi in buone condizioni - le sue parole - ma nel secondo match contro Cuevas ha cominciato ad avvertire piccoli fastidi. Ora lui è preoccupato, è venuto a Barcellona, dove abbiamo fatto una serie di esami, senza riscontrare nulla di nuovo sul suo tendine rotuleo destro: era nelle condizioni in cui lo avevamo visto l'ultima volta, quindi abbiamo deciso di procedere con un trattamento fatto di riposo, lavoro muscolare, riabilitazione e potenziamento per provare ad andare a Londra, che è quello che lui vuole". 

"Gli unici dubbi sulla sua presenza al Master riguardano le possibili ripercussioni sull'inizio dell'annata 2018. Quest'anno ha raggiunto il numero uno perchè ha vinto molte partite, non ha avuto problemi di infortuni, ha affrontato perfettamente tutta la stagione e solo ora ha avuto un piccolo fastidio che già conoscevamo. Sono problemi a un tendine che da sempre lo fa soffrire, che teniamo sotto controllo, ma che può tornare a infiammarsi a fine stagione, quando c'è un sovraccarico di partite. La stagione di Rafa è già stata straordinaria, ora vuole giocare a Londra e faremo il possibile per farlo arrivare lì nelle migliori condizioni, però sempre con massime garanzie per la sua salute. Se ce la faremo, bene, altrimenti non accadrà nulla perchè prima di tutto viene la sua salute, dopo una stagione straordinaria come quella appena disputata. Questi tendini evolvono in maniera capricciosa, come un computer. Se il ginocchio riuscirà a sostenere i carichi di lavoro a cui lo sottoporremo a partire da mercoledì, allora Rafa potrà giocare. Altrimenti sarebbe un rischio che non varrebbe la pena correre. Nadal conosce il suo ginocchio, sa come decidere. Ora non ci resta che verificare l'evoluzione del trattamento, iniziando a valutare progressivamente le risposte del ginocchio a partire da mercoledì, aumentando il carico giorno dopo giorno. Ma per quanta riguarda gli infortuni, è stato un anno straordinario. Quando Rafa sta bene, può vincere molte partite, ora è numero uno al mondo, e ci è arrivato giocando tantissimo: può capitare che abbia fastidio al tendine. Ma se consideriamo l'annata ha fatto tutto bene, e solo in questo momento ha un problema da sovraccarico". 

"Rafa è stato un esempio di come si superano i problemi e le avversità. Il fatto che quest'anno sia stato bene vuol dire che ha fatto tutto in maniera corretta, con una programmazione selettiva, e questi sono i risultati. Ora c'è un ultimo torneo da giocare: tutti lo vogliono vedere in campo, lo capisco. Dal punto di vista medico, faremo ciò che considereremo giusto per capire se può giocare o no, senza prendere rischi, perchè al di sopra di tutto c'è sempre il giocatore. Rafa si fida del suo team, le sue decisioni sono sempre condivise con tutti. E' facile lavorare con lui perchè rispetta il suo staff. Vuole sempre giocare, a volte abbiamo dovuto fermarlo".