Non prima delle 15, sul campo Centrale, è in programma la finale dell'ultimo 1000 di stagione. Il sabato di Parigi Bercy offre l'ennesimo ribaltone, cancella i propositi di John Isner, ancora in corsa per le finali londinesi prima del confronto con Filip Krajinovic, e propone una partita inedita per l'assegnazione del titolo. Il 25enne serbo ha molti meriti, perché spinge l'americano oltre il limite, lo tiene in campo acuendone i problemi fisici, prima di imporsi al terzo. A reggere il vessillo a stelle e strisce è così Jack Sock. Non trema con l'idolo di casa Benneteau, chiude la pratica e mantiene aperta una porticina con sbocco sul torneo che accoglie i migliori otto di stagione. Il biglietto è appeso al soffitto del centrale, in caso di successo Sock può presentarsi al cospetto dei più forti, altrimenti spazio a Carreno Busta.
Più volte abbiamo sottolineato il percorso di Krajinovic. Due turni di qualificazione - non semplici, con Pella e Djere - poi tre match di alto profilo con Sugita, Querrey e Mahut. Giocatori di livello medio-alto, certo più completi su questo terreno. Dai quarti, mano tesa della sorte, il problema al ginocchio di Nadal come trampolino verso la semifinale. Qui siamo alla storia recente, due ore e trenta per rifinire il miglior risultato di carriera. Nel 2017, per il serbo, diversi risultati di spessore a livello challenger, tutti o quasi, però, sul rosso, ecco perché la sua presenza a questo punto della competizione rappresenta una novità assoluta.
Sock, di contro, è tennista di ben altro profilo, saldamente nei pressi dell'élite della racchetta. Pende, sulle spalle dell'americano, una "condanna", come detto non può sbagliare, il carro della gloria passa da una W in suolo francese. Occasione di carriera, stante il forfait di personaggi come Djokovic, Murray, Wawrinka, per citarne alcuni. Un percorso solido per Sock, due sigilli al terzo con Edmund e Verdasco - in rimonta - il secondo turno con Pouille e la semifinale con un altro transalpino, come detto Benneteau.
Giusto considerare il nativo di Lincoln favorito, ma nel torneo delle sorprese esporsi a un pronostico secco può essere rischioso. Parola al campo.