Cade la prima testa di serie. Marin Cilic, fin qui favorito da un percorso piuttosto agevole - complice la prematura uscita di scena del sudafricano Anderson, principale pericolo all'alba del torneo - incappa in una giornata negativa e costretto alla lotta alza bandiera bianca. Il croato inizia per altro con buon piglio, ha in mano il gioco, direziona la partita. Al tie-break, si aggiudica il parziale d'apertura, insidiato da Mannarino, ma comunque al proscenio. La contesa muta nel secondo set, Cilic inizia a sparacchiare, concede molto con la seconda e naufraga nel decimo gioco, sotto 54, dopo il rientro nel nono in risposta. Uno schiaffo che di fatto eleva Mannarino a protagonista, Cilic accusa di colpo il lungo stop, la fatica, fisica e mentale, presenta il conto. Saltano i nervi, saltano i colpi. Break al secondo gioco, ribadito poco dopo per l'allungo definitivo. 40, questione di minuti, prima del pesante 60 che pilota Mannarino all'atto ultimo.
Il francese entra in finale da sfavorito, perché oltre la rete c'è David Goffin. Il folletto di Rocourt cavalca l'onda, infila l'ennesima vittoria e fiuta la doppietta dopo il titolo di Shenzhen di settimana scorsa. Partita elettrica quella con Schwartzman, il giocatore in risposta recita da protagonista, è un frullato di occasioni e repliche di qualità. La sfida vive il suo momento chiave al tramonto del secondo. Goffin, avanti di un break, paga un passaggio a vuoto, dal 53 si ritrova improvvisamente sotto 65. Il braccio non trema, si arrampica al prolungamento, lo chiude 8 punti a 6. Tre punti in più, al termine, per il belga, simile il rendimento in battuta, un incontro a lungo in equilibrio, un manifesto importante per il tennis.
[4] D. Goffin b. [8] D. Schwartzman 7-6(3) 7-6(6)
A. Mannarino b. [1] M. Cilic 6-7(5) 6-4 6-0