Torna anche questa settimana lo Spazio Challenger, l’approfondimento della redazione tennis di VAVEL Italia a riguardo dell’omonimo circuito ATP, che vede in campo insieme vecchie glorie in fase calante, onesti mestieranti e stelle emergenti ricche di talento. Questa settimana, come magistralmente raccontato dal nostro Simone Cappelli, si è giocato il torneo Roma II, ma anche quelli, di rilievo, di Orleans e Tiburon.

Ad Orleans, in Francia, è andato in scena un torneo ricco di grandi nomi quanto di montepremi (127.000 euro). Ai blocchi di partenza, prima testa di serie asseganta ad Horacio Zeballos, uscito ai quarti di finale contro l’ottimo Martin Fucsovics, a sua volta già killer di due nomi pesanti come Janowicz (che un tempo calcava decisamente altri palcoscenici) e l’emergente Bublik, sconfitto 6-3 al terzo in rimonta. L’altro quarto di finale vede contro due francesi: Mathieu ha la meglio prima su Sakharov e poi su Kukushkin, ma deve inchinarsi a Julien Benneteau. 6-4, 6-1 abbastanza lapidario dell’ex-numero 25 del ranking, che poi continua la sua corsa anche in semifinale ai danni di Fucsovics: oltre due ore e mezza per un 7-6(7) al terzo set che fa vivere una montagna russa di emozioni al pubblico ed ai giocatori. Nella parte bassa a fare faville è Marchenko, che prima elimina Paul Herbert e poi ha la meglio, 2-0, sull’altro francese Mahut, a sua volta vittorioso nel turno precedente su Berankis. Contro di lui Norbert Gombos, in settimana di grazia: eliminato Dustin Brown al primo turno, nel suo score finiscono anche le vittorie su Kuznetsov e proprio sul fresco vincitore del titolo di Izmir, piegato 6-4, 6-1 in 73 minuti. In finale, l’ungherese sale di livello e brilla contro un veterano del circuito come Benneteau, per di più supportato dal pubblico di casa: 6-3, 5-7 e 6-2 con doppio break nel set decisivo per il nuovo numero 80 (best ranking). Consolazione, anche peril francese c’è il ritorno in top 100.

Parallelamente, a Tiburon andava in scena un altro dei tornei più importanti del panorama, soprattutto per quanto riguarda gli Stati Uniti: 100.000 dollari di montepremi ed un parterre de rois della categoria in tabellone. Da registrare l’exploit dell’indiano Gunneswaran, numero 222 del mondo, che approda fino alla semifinale avendo la meglio su Dancevic con un doppio 6-4 dopo aver perso il primo con lo stesso punteggio. Il suo percorso di ferma, bruscamente, contro Cameron Norrie, che conferma la sua ottima stagione all’esordio tra i pro eliminando due prospetti come Ymer e Mmoh oltre a Kruger, per poi fare un sol boccone proprio di Gunneswaran: 6-3, 6-2 e seconda finale Challenger consecutiva.
Nella parte bassa del tabellone arrivano finalmente vittorie per Mackenzie Mcdonald, dopo le due eliminazioni consecutive proprio ad opera di Norrie: cadono le teste di Darian King e Denis Kudla prima di quella di Gonzalez, piegato in tre set. Sulla sua strada c’è però la seconda testa di serie del seeding Tennys (un nome, una garanzia) Sandgren: l’americano conferma quanto di buono fatto questa stagione eliminando senza perdere un set sia Schnur che Harrison, per arrivare al doppio, tiratissimo, 7-6 con cui passa la semifinale proprio contro Mcdonald. Finale tutta a stelle e strisce, dunque, ma sul campo si rimane poco più di un’ora: partita che sulla carta iniziava in perfetto equilibrio, ma che prosegue e termina a senso unico: 6-2, 6-3 e secondo titolo stagionale per Cameron Norrie.