Day 7 agli US Open, con la parte bassa che riprende in mano la racchetta. Una fetta di tabellone che sta regalando sorprese su sorprese, con tutte le TDS alte che hanno salutato il torneo precocemente. Se da una parte il pubblico recrimina il basso livello di gare, dall'altro ha scoperto la bellezza di uno torneo che premierà con la finale un tennista che non si è mai spinto così tanto in fondo. Anderson, Querrey, M. Zverev, Anderson, il nostro Lorenzi, Carreno Busta, Schwartzman, Pouille, e Shapovalov. L'enfant prodige, il diamante grezzo del Canada, che ha trovato in lui ed in Felix Auger-Aliassime un duetto devastante che andrà ad affiancare Raonic nella sfide di Coppa Davis. Non male. 

► L'INCONTRO

L'innocenza di Denis Shapovalov - 18 enne, sempre meglio ricordarlo - è quanto di più bello un campo da tennis possa offrire. Gli occhi spauriti ed emozionati dopo la vittoria con Nadal li ricordiamo tutti; felicissimo per la vittoria, consapevole di aver ferito un simbolo, ma allo stesso tempo interdetto perché lui non aveva il diritto di ledere un tranquillo venerdì alla leggenda iberica. Meno di una settimana giocata bene, ed ecco che i Challenger sembrano lontani, e la top-100 non più un sogno da realizzare prodigandosi con tornei su tornei. Gli appassionati hanno trovato in "El Shapo"  - buffo soprannome creato in quel di Montreal, che riprende quello di Joaquin Guzman, signore della droga messicano - un giocatore moderno, ma diverso dall'attuare solo potenza e fluidità da fondo, come fanno tanti suoi compagni. L'anticipo in risposta - soprattutto con il rovescio, quando è testimone di un'apertura alare magnifica, con il colpo che rimane basso e profondo - rimane uno dei suoi punti di forza, insieme al dritto debordante ed a un rovescio celestiale; pecca nei pressi dalla rete, cosa strana per un mancino talentuoso. Dopo aver saltato Cincinnati, ecco gli US Open. Superati Medvedev, Tsonga, Edmund, ora ha l'esame Carreno Busta.

Shapovalov - Fonte: @livetennis / Twitter
Shapovalov - Fonte: @livetennis / Twitter

Non si vince il "Most Improved Player of the Year Award" per caso, o fortuna. E' il 2013, e Pablo Carreno Busta riceve tale premio dopo aver timbrato una stagione fenomenale. Ma torniamo due anni più indietro, nel 2011. In quell'anno, l'iberico porta a casa ben 5 Futures e riesce a prendersi la posizione N°136. Sembra l'inizio della prorompente ascesa che di lì a breve compirà, ma il fato dice "no". L'anno successivo soffre di un'ernia al disco, ed è costretto a rimanere 7 mesi fermo per non incappare in gravi complicazioni. Torna da N° 645 nel 2013, ed è l'anno che lo vede esplodere: vince qualcosa con 39 partite consecutive conquistando 7 Futures. Fa bene anche a livello ATP, e scala 600 posizioni. Da qui, il riconoscimento menzionato poc'anzi. Il 2014 ed il 2015 sono anni di transizione, con lui che veleggia intorno alla 50esima posizione. Poi l'exploit nel 2016, il circuito ATP inizia ad accorgersi di lui e del suo modo di giocare. Un 2017 condito da finale a Rio, semifinale ad Indian Wells, titolo all'Estoril ed i quarti al Roland Garros. Tutto ciò gli è valso la 19esima posizione. A Flushing Meadows ha battuto King, Norrie e Mahut. Ora Shapovalov.

Carreno Busta - Fonte: @jeu_set_etmatch / Twitter
Carreno Busta - Fonte: @jeu_set_etmatch / Twitter