Prima, rovinosa caduta in quel di Montreal, dove è in corso il torneo ATP Masters 1000 che inizia il cammino verso gli US Open. Al terzo turno il pubblico canadese saluta Juan Martin Del Potro (che non era testa di serie per i soliti problemi fisici, ma è uno che a Flushing Meadows ha già trionfato) ma accoglie l’esplosione di uno dei talenti più floridi del tennis mondiale: il diciottenne Denis Shapovalov trionfa in due set e si guadagna, dopo una partita dai mille volti, condizionata anche dal vento e dalla luminosità variabile, il suo primo ottavo di finale a questo livello. Andiamo a rivivere insieme la partita.

I primi due games filano lisci, ma già nel terzo Shapovalov si ritrova nei guai, dovendo fronteggiare le sassate argentine sulla diagonale dritto-rovescio. L’unica palla break, comunque, è annullata con il gancio mancino al servizio, ed alla seconda parità, dopo oltre sei minuti di game, il canadese di origini russe riesce a portare a casa il 2-1. Del Potro, dalla sua, non carbura e si ritrova sotto 0-30 al servizio, provando a rimediare con un ace ma finendo con il perdere il controllo dei due punti successivi: l’avversario ringrazia e si porta avanti 3-1. Senza neanche cambiare campo, però, subito la situazione torna in ballo: Shapovalov fa rientrare l’avversario da 30-0, si trascina ai vantaggi e sparacchia via due dritti in manovra. Tutto da rifare, si gira sul 3-2. ­­­Dopo qualche minuto di tranquillità, col servizio a farla da padrone, Del Potro va di nuovo fuori giri nel suo turno di servizio, concedendo doppia palla break con due non forzati dal 15 pari. Annullata la prima, Shapovalov è bravo a pizzicare con forza e rotazione il rovescio avversario che finisce in rete per portare a casa la seconda, confermata da un turno di servizio tenuto a zero. È primo set.

In apertura di secondo, ancora il giovanissimo canadese prova a far sentire la sua voce, ma Del Potro gestisce bene i vantaggi e si porta avanti, salvo poi restituire tutto con gli interessi: una serie di sassate da fondo gli garantiscono due palle break. Il doppio passante sulla seconda basta per andare avanti 2-0. Shapovalov però è nella partita e lo dimostra: subito 0-30 nel game successivo, salvo poi subire un Del Potro propositivo (stranamente anche di rovescio) in fase di palleggio. Ai vantaggi, però, il sudamericano si sgretola, non trova più il campo con il dritto e concede all’altro di rientrare subito nel match. Questa fase della partita non sembra avere un padrone, si scambia tanto e si vedono vincenti ed errori senza soluzione di continuità, complici il forte vento e la luminosità altalenante. Il canadese deve ancora rincorrere sul proprio servizio (0-30), ma lo fa in maniera offensiva, mandando l’altro fuori dal campo a più riprese ed acciuffando la parità.
DelPo, come un pugile ferito, si rifugia nel suo colpo migliore, il dritto in uscita dal servizio, che prima lo porta su (40-15), poi fa clamorosamente cilecca per tre volte consecutive. A questo punto, arrivano tre prime vincenti a fare da arpione per uscire dalle sabbie mobili: 3-2. Ancora vantaggi anche nel sesto, lunghissimo game, nel quale l’argentino continua a fare e disfare ma decide di non appellarsi al falco (che gli avrebbe dato ragione) sul punto decisivo, perdendo difatti il game dopo aver avuto anche palla break. L’ex-numero 5 del ranking, però, sembra fuori fase, ed è costretto a salvarsi di nuovo da 15-40 dopo il diciannovesimo errore di dritto dal fondo, riuscendo comunque ad evitare il break. I successivi tre games procedono spediti, col punteggio che asseconda gli sforzi del giocatore al servizio, ma Shapovalov sembra comunque più pimpante del dirimpettaio: DelPo crolla sul più bello, regalando il break da 5-5 con due doppi falli. Tutto sembra pronto per la passerella del next-gen canadese, ma un doppio fallo ed un clamoroso dritto sparato fuori in palleggio permettono al suo avversario di azzannare l’unica palla break concessa e trascinarsi al tie-break. Il contraccolpo psicologico fa scivolare subito Shapovalov sotto 3-1, ma il suo avversario, abbastanza clamorosamente, smette di spingere e di giocare, lascia andare un doppio fallo e regala la partita al suo avversario: 6-3, 7-6 in un’ora e tre quarti per garantirsi l’ottavo di finale contro uno tra Nadal e Coric.