Roger Federer ha fatto undici. Undici come le finali di Wimbledon raggiunte dal campione svizzero quest'oggi, dopo l'ennesimo trionfo per tre set a zero di questa sua cavalcata trionfale, magari a caccia di quell'ottavo titolo sull'erba londinese che lo ha travolto come una vera e propria ossessione. La vittima di turno, nella sua sesta partita 'perfetta', è stata un Tomas Berdych al quale non possono che essere fatti applausi per il modo in cui ha tenuto il campo per la quasi totalità dell'incontro. Ci ha provato il ceco a mettere un po' d'ansia al fenomeno di Basilea, il quale è stato però bravo nei momenti importanti dei tie-break con cui ha vinto i primi due set e soprattutto è stato intelligente nell'aspettare il momento cruciale per ottenere il break nel terzo set. Il tutto nonostante qualche momento di appannamento, che lo stesso Federer non ha fatto a meno di sottolineare. Ma ora c'è da pensare solo a domenica pomeriggio, a Marin Cilic e a quel trofeo che manca nella bacheca di casa RF da cinque anni.

Federer sa di dover risparmiare quante più energie possibili, quindi cerca di spingere subito sull'acceleratore. Berdych dal canto suo sa di dover restare attaccato alla partita il più possibile: fondamentale in tal senso annullare palle-break sia nel gioco inaugurale dell'incontro, sia nel terzo game. Ma alla terza occasione utile, dopo uno scambio condotto alla perfezione, Roger brekka e fa capire che può esserci solo un padrone in questo match. Lo svizzero riesce ad allungare quanto basta per rasserenarsi un po' di più e per giocare sul suo servizio, ma non per questo dovendo abbassare il ritmo in risposta. In più le prime di servizio, fondamentali ma discontinue per Berdych, consentono a Federer di avere un certo ascendente sulla psiche del ceco. All'improvviso, però, Tomas ottiene un paio di inaspettate palle-break nell'ottavo gioco, giocato abbastanza male dallo svizzero, che però se la cava con autorità: anche in questo caso, però, la terza chance è quella buona, e arriva il 4-4. Stando così le cose, sembrerebbe che il fenomeno di Basilea sia in calo nervoso al contrario di un Berdych in crescita, ma nell'undicesimo game ecco le palle-break per Federer: sono due, annullate entrambe col servizio. È il passo verso il tie-break: Roger rompe gli indugi e va 3-1, poi restituisce il mini-break ma sfrutta un altro errore del rivale e gioca poi i due servizi che valgono il 7-4.

Il solito mix di determinazione e classe mette Federer sulla buona strada anche in avvio di secondo set, quando Berdych è costretto ancor di più a serrare i ranghi per non veder scappare via il suo avversario. Il ceco cerca ovviamente di spingere con il servizio, ma di riuscire a dar fastidio all'elvetico non se ne parla proprio. Il contrario di ciò che accade nel quarto game, quando Roger entra ancora sottopelle sul servizio di Tomas e ottiene, ma non sfrutta, due palle-break. Lo scampato pericolo del turno di battuta precedente non fa rallentare Berdych al servizio, i rischi vanno presi per restare in partita e sembrano dare i loro frutti in risposta, ma nel settimo game Federer alza l'asticella e annulla una palla-break. Il ceco riesce a ritrovare percentuali al servizio del suo livello e approfitta di una breve fase in cui il suo avversario sembra quasi rifiatare, ma sempre tenendo un certp tarlo in testa. Aumentano le percentuali al servizio anche per Federer, che di fatto dopo quel settimo game non concede più nulla al suo avversario ma non riesce a far nemmeno breccia quando risponde. E allora è di nuovo tie-break: lo svizzero sfrutta una seconda debole del ceco per mini-brekkare e salire 4-1, poi è discesa fino al 7-4 nonostante un doppio fallo.

La montagna da scalare per Berdych ora è diventata come la Cima Coppi del Giro d'Italia, il rischio deve essere alla base del suo gioco. Dall'altra parte Federer è conscio di tutto ciò ma non sembra essere nella sua miglior giornata, a dispetto di quanto dica il punteggio. Tanto equilibrio, tanto cuore da parte del ceco ma quando Roger decide di accelerare in risposta ottiene subito una palla-break, anche se il servizio di Tomas funziona ancora bene, quando c'è da non far scappare via l'elvetico. Scampato il pericolo, Berdych torna a farsi minaccioso in risposta e a sua volta conquista due palle-break: tre ace, una prima vincente e passa la paura. Una paura che passa dall'altra parte della rete, quando è Tomas a doversi difendere: questa volta, però, il break per Federer arriva e vale il 4-3. Ottenuto il tanto atteso break, Roger innesta le marce alte e una velocità che il suo avversario non riesce a sostenere. Lo svizzero torna ad essere ingiocabile al servizio, Berdych torna a fare fatica, e così si arriva al momento cruciale: decimo game, diciottesimo set vinto, undicesima finale a Wimbledon.