Dominic Thiem corre dei rischi soprattutto nel primo set, ma alla fine porta a casa la vittoria che lo porterà a giocare nella seconda settimana dell'edizione 2017 di Wimbledon. Dopo aver disputato una bella prima settimana in cui ha messo nel fucile anche la tacca del nostro Paolino Lorenzi, Jared Donaldson è costretto ad arrendersi al termine di una partita giocata su alti livelli da entrambi i giocatori, ma che alla fine premia il più forte e il più coraggioso tra i due contendenti. Il giocatore austriaco, sesta testa di serie nel Championship londinese, ora attende al prossimo turno Tomas Berdych, per una partita che potrebbe spianargli la strada verso obiettivi sempre più alti nel Major su erba. In caso, ovviamente, di vittoria.

L'inizio non è quello che ci si aspetterebbe da un giocatore come Thiem, che è sì aggressivo fin da subito sul servizio di Donaldson, ma al tempo stesso è decisamente contratto quando è lui a servire. Così l'americano cresce in fiducia, facendo capire di non voler fare da vittima sacrificale, e con percentuali sempre crescenti di punti in risposta mette in difficoltà l'austriaco, non nella sua miglior versione. Nell'ottavo gioco Donaldson riesce a costruirsi anche una chance: annulla una palla del 4-4 prima di ottenere e soprattutto trasformare la palla-break che lo porta sul 5-3. Thiem non ci sta, cerca di giocare in maniera un po' più propositiva e per la prima volta si fa vedere sul servizio del suo avversario: lo statunitense, dal canto suo, nel nono game non è mai in vantaggio nel punteggio, ed ecco puntuale il contro-break. Scrollate di dosso le paure per un match che poteva allungarsi in maniera pericolosa, Dom prova ad alzare il ritmo e Donaldson fa chiaramente fatica: break e 6-5. Il ragazzo di Wiener Neudstadt gioca un dodicesimo game quasi perfetto, l'ultimo punto è un mix di magia e atletismo ai massimi livelli: 7-5 e Court 1 in estasi per la stellina austriaca.

Volano via veloci i primi game del secondo set, predomina chi si trova al servizio ed è anche una situazione all'apparenza favorevole per Thiem, il quale sembra necessitare di un po' di fiato per riprendersi dalla vincente rimonta di fine primo set. Donaldson non sembra affatto shockato proprio dalla rimonta subita, e il primo momento critico del parziale lo provoca proprio lui nel quarto gioco, nel quale conquista un paio di palla-break: l'austriaco si deve superare per annullarne ben quattro (una delle quali 'grazie' ad hawk-eye), poi si chiude un game delicato ma cruciale per lui.  L'americano sembra andare fuori giri per via di un Dom che sale in cattedra anche in difesa e negli spostamenti laterali - da sempre i suoi difetti principali - e così arriva il break da parte del numero 6 del tabellone, dopo un paio di giocate difensive clamorose e una chicca in risposta che gli è valsa la prima delle due palle-break ottenute. Forte proprio del vantaggio ottenuto, Thiem inizia a fare da gatto contro il topo Donaldson: ritmo che resta basso prima di accelerare come d'incanto, lo statunitense prova a spingere ma sa di giocare contro un autentico muro. Così non arrivano chances per Jared di rifarsi sotto nel punteggio, Dom sa che non può allungare più di tanto la partita per evitare rischi e cerca di fare punto ogni volta che può, ma il momento per chiudere il set arriva nel decimo gioco: servizio praticamente perfetto e 6-4.

Tra il risultato che lo penalizza e non poco, e una certa stanchezza che lo inizia a prendere, Donaldson inizia il terzo set con il fiato corto; di contro c'è un Thiem che sente il momento propizio e grazie anche a due erroracci del suo avversario si prende subito il break. Un game che di fatto chiude ogni discorso, visto che il punteggio rende ancor più leggera la terra (anche perchè parlare di erba è decisamente esagerato) sotto i piedi del numero 6 del ranking, mentre ogni palla che arriva dalle parti dell'americano è particolarmente carica di veleno. La prova del fatto che Jared abbia ormai la testa proiettata allo spogliatoio arriva nel terzo gioco: non ne riesce una allo statunitense, dall'altra parte a Dom basta essere leggermente propositivo per portare a casa un altro break che aumenta il divario. Partita che di fatto è già passata agli archivi, Thiem ne approfitta per concedere qualche colpo di classe alla platea e cerca soprattutto di non prolungare più di tanto gli scambi mentre Donaldson vuole comunque lasciare un segno, anche per evitare l'imbarcata. In ogni caso, il talento di Wiener Neudstadt chiude sul 6-2 e lancia un segnale: per Wimbledon ci sono anch'io, eccome.