E' Alexander Zverev il secondo finalista del Gerry Weber Open. Il tennista di casa recupera un set di svantaggio a Richard Gasquet e si batterà con Federer nell'atto conclusivo del torneo.
L'ex enfant prodige, il rappresentante della fucina di francesi, colui che avrebbe dovuto trasportare e far adagiare il tennis transalpino sul tetto del mondo. Talento smemorato, rovescio da museo, braccio educato. Di là; sguardo di ghiaccio, anima rock, braccio d'acciaio, artigiano da fondo. Il match inanella 4 game diametralmente opposti. Il primo blocco sfugge via velocemente, il secondo disegna un testa a testa cinematografico, sezione western. Il primo a cedere è Gasquet, sofferente negli spostamenti laterali e verticali, compassato, smarrito quando il teutonico infligge mazzate alla pallina e gira lo scambio. Sprofonda 15-40 non riuscendo ad evitare il break. Eppure Zverev non azzanna il set, non annega l'avversario nel fangoso limbo.
Sbaglia alcune scelte, presta il fianco alle accelerazioni improvvise del francese e concede una palla break. Anche qui la prima occasione è quella propizia, contro break. Si intravede un tennis di tocco, come l'erba suggerisce. Un paio di soluzioni celestiali di Gasquet - carezza a rete che muore sulla riga di fondo, stop-volley vincente - si contrappongono ad un discreto lavoro del giovane teutonico nei pressi della rete. Il prolungamento sembra rappresentare il climax del set, ma Gasquet non è d'accordo e - sul 5-4 - gioca un game pregno d'intelligenza tattica chiudendo con un magistrale rovescio lungolinea
L'abbiamo imparato a conoscere Zverev; tennista arido, scrupoloso e mai domo. E' un Gasquet illusionista ad inizio secondo set; spreme l'energia da ogni poro del suo corpo e mette alle corde il tedesco. Spreca una possibilità di break, prima di cedere alla ritrovata solidità di Zverev: difensivamente perfetto, offensivamente anche, braccio armato e profondità disarmante. Il transalpino scende d'intensità, mentalmente e soccombe nel 5° game. E' il guizzo che instrada il set dalla parte del tedesco, che non rischia praticamente più nei turni di servizio e trasporta al terzo il match.
Match scintillante, roboante. L'abnegazione di Zverev che si spinge anche a rete, in un territorio a lui non consono, con buoni risultati - demi-volèe perfetta, poi smorzata e volèe finale nel giro di due game - ed il talento infinito di Gasquet che brilla di luce propria anche in momenti no disegnando traiettorie magiche. Si scivola sino al 3-3, poi uno Zverev più in palla e maggiormente tagliato nel lavorare e smussare il suo dirimpettaio, timbra l'allungo. Gasquet è confuso, prova a ricucire, ma peggiora la sua situazione e sul cross spedito in corridoio termina il suo torneo teutonico.
(4) A. Zverev b. R. Gasquet 4-6 6-4 6-3