Talento ed erba vanno a braccetto, sempre. Ne danno un ulteriore assaggio Roger Federer e Mischa Zverev al Gerry Weber Open, i quali imbastiscono un match sulla delicatezza e sensibilità del braccio. Vince il Re, troverà Mayer ai quarti.

L'estro regale di due cultori del prato verde, il faccia a faccia tra ceramisti che modellano il loro gioco in maniera diametralmente opposta, agli antipodi. Zverev è - probabilmente - il tennista maggiormente inadatto a quest'epoca: tranquillo e disinibito a rete, in debito di ossigeno e boccheggiante da fondo; amante assiduo del serve & volley. Federer rappresenta l'eleganza pura, il genio trapiantato nei muscoli. Debordante da fondo, scintillante a rete, giocatore anarchico. Il servizio è l'ago della bilancia del set; i tennisti eccellono con questo fondamentale e non danno segni di resa quando stringono la pallina tra le mani. Il tedesco punta molto al corpo dell'avversario, il Re punge con la soluzione esterna. Alcune accelerazioni e contropiedi tambureggianti di Federer opposti ad un paio di back - su tutti la risposta che aggira l'elvetico e si copre di gesso - di Zverev abbelliscono i primi sei game.

Nel settimo Mischa forza il braccio, accoglie alcune sottigliezze dello svizzero e lo trasporta ai vantaggi. Dopo l'errore con lo sventaglio di dritto, Federer risolve con una demi-volèe ed uno smash susseguente ad un attacco di dritto. Il guizzo - non vincente - del campione si materializza nel 10° game: Roger disegna un vincente con il rovescio, poi si porta a palla break grazie al doppio fallo del 29enne teutonico. Si scivola ai vantaggi; tra demi-volee, stop-volley, volèe e magie, Federer spreca altri due break/set point, mentre Zverev si salva con due servizi vincenti. Sopra 6-5, continua a snocciolare risposte vincenti, ma il tedesco fa un'ottima guardia a rete e lo trascina al prolungamento. Timbra l'allungo con un dritto in corsa che passa Zverev, ma lo getta al vento con un goffo smash affossato a rete. Questione di tempo, perché due rovesci scoccati in risposta gli consentono di trionfare.

Rifugiarsi in battuta, ingurgitare punti grazie al colpo embrionale. E' il solito spartito quello utilizzato dai protagonisti del match. La prima scossa del secondo parziale è montata da Federer, che punta sul fattore psicologico e si fa trovare maggiormente in palla ed attivo su ogni colpo. Trafigge Zverev con un passante, poi lo aggira con un delizioso cross. Il teutonico lo affianca ed infine rimonta con merito, scacciando così i fantasmi di un set in salita. Ora rock, ora mozartiano Federer - riprendendo, in parte, una storica frase di David Foster Wallace - tesse la solita tela Zverev. Si arriva senza particolari patemi al 4-4, poi il Re decide di piazzare la zampata. Approfitta di un game transitorio di Mischa, giocato in maniera confusionale. Lo avverte con il topspin di dritto che fa vibrare le sue corde, lo punisce con uno dei tanti passanti. Break. Il game finale è prassi, chiude con una stop-volley, vittoria. 

(1) R.Federer b. M.Zverev 7-6(4) 6-4