Abbracciato alla coppa, quel trofeo dei Moschettieri che nelle sue venature - ricamate ad arte - racconta la storia di un ragazzo di Manacor forgiato dal proprio zio sin dall'età di 3 anni. Ne ha vinte 10 Rafa Nadal, l'ultima l'ha alzata domenica osservando commosso lo striscione esibito dalla folla: "Bravo Rafa". Un tratto di stagione dominato, spaziale, macchiato solo dal tracollo capitolino contro Thiem. Per il resto, un percorso intonso che racchiude 4 titoli portati in bacheca. L'ATP - ora - si sveste, cambia pelle e sposta l'attenzione sull'erba, superficie che richiama talento ed eleganza.
Non fa parte di questa cerchia Nadal, talentuoso in un modo completamente diverso. Il maiorchino nella tarda serata di ieri ha annunciato il ritiro dall'Aegon Championship, ATP 500 in programma sui campi del Queen's. Ecco il suo comunicato:
"Sono dispiaciuto nel dire che non sarò in grado di giocare al Queen's la prossima settimana. Sono triste nel prendere questa decisione perché amo il Queen's, ho vinto il torneo nel 2008 ed ogni volta che ho raggiunto la finale a Wimbledon ciò è avvenuto grazie alla mia partecipazione al Queen's. Speravo di prendermi qualche giorno di riposo ed essere pronto, ma all'età di 31 anni e dopo una lunga stagione sulla terra rossa con tutte le emozioni del Roland Garros, ho deciso dopo aver parlato con il mio team ed i dottori che il mio corpo ha bisogno di riposo se voglio giocare Wimbledon. Mi spiace per tutti i fantastici fan britannici e gli organizzatori del torneo. Spero di vedervi al Queen's l'anno prossimo"
Una rinuncia assolutamente condivisibile e giusta, la quale però getta ombre sulla partecipazione a Wimbledon. Come successo per Federer, lo spagnolo potrebbe svelare le proprie intenzioni a poco a poco. Ed un ritiro nel tempio del tennis potrebbe non essere un'eresia. Lacerare ulteriormente i possenti muscoli rischia di non essere una mossa azzeccata.