Dominic Thiem mette a segno il blitz che forse non ti aspetti, ma che sotto sotto così imprevisto non era. Il giocatore austriaco, dall'alto della sua sesta posizione nel tabellone del Roland Garros 2017, sconfigge in maniera netta Novak Djokovic, rifilandogli un parziale di tre set a zero che rende l'idea sia della crescita del ragazzo proveniente da Wiener Neustadt, sia di un momento non bellissimo del numero 1 del mondo e del seeding, sul piano fisico e soprattutto su quello nervoso. E così, tre anni e undici mesi esatti dopo l'ultima volta, il giocatore serbo torna ad incassare una sconfitta in tre set negli eventi del Grand Slam: l'ultima volta avvenne a Wimbledon, quando Andy Murray non gli lasciò scampo nella finale che segnò la storia del tennis britannico. Thiem, per cercare la sua prima finale in un Major, dovrà ora affrontare forse l'esame più duro, ovvero la sfida contro Rafael Nadal. Che è in grande spolvero, è riposato ma dovrà comunque vedersela con un Dominic in grandissime condizioni fisiche e nervose per dare ancora l'assalto al trofeo transalpino.
Chi prova a partire più forte è proprio Thiem, che cerca di accelerare al massimo in risposta e mantiene fin da subito buone percentuali sul proprio servizio. Così il terzo game sembra già essere un momento propizio per inserire tarli nella mente di Djokovic, che si arrende dopo tre palle-break annullate. È 2-1 per l'austriaco che però si fa sorprendere nel game successivo, e concede l'immediato contro-break a un Nole che sembra aver chiaramente superato l'inizio critico. E un ulteriore segnale della crescita del serbo, sul piano del gioco e dell'intensità mentale, arriva quando nel sesto gioco c'è un'altra chance per lui per brekkare: chance che non sfugge, ed è 4-2 per il numero 1 di Parigi. Thiem, però, dimostra di avere una missione da compiere e non perde occasione per sfruttare il margine lasciato dal suo avversario: ancora un contro-break, è 4-4 in una partita bellissima sul piano dei nervi. Dom alterna cannonate di dritto ad autentiche pennellate di rovescio, Djokovic dal canto suo sfrutta l'atletismo che più di una volta lo salva. Il tie-break diventa l'unica soluzione per risolvere questo primo giallo: chi serve non ottiene il punto fino allo scambio che precede il cambio campo, quando Thiem riesce a reggere. I mini-break si susseguono, l'austriaco gioca da manuale il punto più importante, ovvero il dodicesimo: il serbo sbaglia, è 7-5 Dom.
Il secondo set inizia con una sensazione che appare evidente: Thiem vuole proseguire sull'onda lunga del set appena vinto, e continua a spingere. Djokovic dal canto suo fa emergere i primi segni latenti di una fatica che cerca di mascherare da grande campione, ma nell'interminabile secondo game è costretto a cedere la battuta. L'austriaco gioca con braccio e mente da campione, il numero dei vincenti aumenta a dismisura e il serbo cerca di uscire al più presto dagli scambi: una cosa che raramente si è vista nei migliori anni del numero 1. È molto bravo, tra l'altro, il numero 6 del seeding parigino a resistere al flebile tentativo di Djokovic di rientrare in partita, visto che le percentuali al servizio dello stesso Thiem restano molto alte e precise. Dom non trema, Nole non riesce a far breccia in risposta, così si arriva al momento cruciale, ovvero il nono game: il ragazzo di Wiener Neustadt per mettere una discreta ipoteca su una grande vittoria, e lo fa con calma da grande giocatore. Nessuna chance per il suo rivale, è 6-3 e soprattutto due set a zero per Thiem.
La gente presente sugli spalti del Suzanne Lenglen si rende conto che qualcosa di speciale sta per accadere, Djokovic non sembra avere la voglia di abdicare ma il problema sono le forze rimaste a disposizione: Thiem lo avverte, lo sente e al terzo tentativo brekka ancora, come in avvio di secondo set. Novak cerca di non far trasparire dal suo volto di granito una fatica e una frustrazione che sono però chiaramente visibili quando la pallina torna a correre da un lato all'altro del campo: non funziona più nulla nel tennis del serbo, mentre il suo giovane rivale di oggi, ma sempre più probabile erede sul trono vola sulle ali dell'entusiasmo e gli strappa ancora una volta la battuta. A questo punto, per Djokovic diventa più che altro una questione di orgoglio, ma non sembra quasi esserci alcun margine addirittura per portare in cascina almeno un turno di battuta. Una situazione che però non può e non deve sminuire la condotta di gara praticamente perfetta da parte di Thiem, fenomenale nel portare il match e soprattutto il suo avversario esattamente dove voleva portarlo: il quinto gioco è un'altra stazione della Via Crucis per Nole, che cede ancora una volta la battuta. Per completare l'opera, l'austriaco ha bisogno di quattro soli punti: il suo ammaccato rivale gli dà una gran mano, dopodichè è trionfo.