Un'ora, ventuno minuti, ventisette secondi. Alexander Zverev alza le braccia al cielo, la pallina di Djokovic termina oltre il rettangolo di gioco. Primo 1000 in carriera, il talento tedesco bussa alla porta dei primi dieci giocatori del mondo. L'atto finale non regala particolari emozioni, troppo la distanza tra i due giocatori in campo. Zverev affronta la sfida con personalità, non accusa alcun calo, spinge, a piacimento. Dritto e rovescio, colpi che scuotono un Nole nuovamente modesto, nervoso. Il palcoscenico non inibisce il braccio del giovane Zverev, mentre Djoko si perde in un turbinio di dubbi e interrogativi. 64 63, l'applauso del centrale è per il ventenne di Amburgo. 

L'inizio di Djokovic è da incubo. Non trova la prima e offre subito tre palle break. Zverev non tarda a capire il momento, coglie la seconda occasione e conferma pallina alla mano l'allungo. Il tedesco è aggressivo, disegna il campo, gioca profondo. Djokovic sembra come ancorato alla terra, lento di pensiero e d'azione. Piegato dall'uno-due come dallo scambio prolungato. Nel terzo gioco si sblocca, prova ad alzare i giri del motore, ma è in risposta che il suo rendimento è basso. Zverev è intoccabile, trae dalla battuta linfa per indirizzare lo scambio. Quando si ritrova sotto 15-30, poi, come nel sesto gioco, inventa una smorzata ad uscire di pura classe. Il rovescio lungolinea è colpo che fa male, che incrina le poche sicurezze di stampo serbo. Sul 54, Zverev chiude la porta, tre set point rapidi, parziale in archivio. Senza storia. 

Nole prova a metterci quantomeno rabbia, furore agonistico. Le prime battute del secondo presentano un Djokovic più reattivo. L'illusione, però, sfuma poco dopo. Zverev sale 0/30, con una combinazione rovescio-dritto elegante quanto poderosa, poi, sul 30/30, sfodera un'accelerazione lungoriga di rovescio da predestinato. Il break getta Djokovic all'angolo, Nole si aggrappa alla partita, recupera da 0/30 nel settimo game, con un urlo liberatorio. Non basta, Zverev è sempre lì, incurante del titolo in arrivo, in perfetta simbiosi con ambiente e pressione. Djokovic perde le staffe, arriva il richiamo, saltano i nervi. Impotente, capitola. Doppio fallo e match point. Zverev va nuovamente profondo, Nole arretra ma non riesce ad organizzare il colpo, rovescio dal centro del campo che termina oltre la linea. 63, Zverev si prende la corona.