Vince, ma non convince, e ne è lui stesso il primo ad esserne consapevole, Novak Djokovic, che bagna con un successo sullo sloveno di nascita Aljaz Bedene l'esordio agli Internazionali di Roma 2017. Una prestazione lontana dalla sufficienza, molto autocritica e mai del tutto soddisfacente soprattutto per sé stesso, archiviata in poco più di un'ora e un quarto con uno striminzito 76 nel primo parziale, deciso da un paio di colpi da Campione, e da un netto 62, frutto più del calo del rivale da fondo campo e al servizio, che di una netta supremazia tecnica e tattica del serbo. Dopo questa affermazione, Djokovic attende il vincente della sfida tra Carreno-Busta e Roberto Bautista Agut o Dolgopolov. 

Avvio in sordina per entrambe i tennisti, che si scambiano break e contro break in avvio di gara, anche se il più pimpante dei due in campo sembra decisamente il britannico numero 55 del mondo. Migliori e più efficaci i suoi colpi da fondo, che scalfiscono le poche certezze del serbo, che invece stenta a trovare ritmo e fiducia. Dopo quattro game relativamente sereni al servizio per entrambe, Bedene si mostra sempre più intraprendente, con Djokovic che gli lascia la porta aperta ad un eventuale secondo break, ma salva la palla break nel settimo gioco prima di confermare la corsa di testa. L'inglese non tira il braccio indietro, anzi, l'occasione persa sembra rinfrancarlo e dargli maggiori convinzioni, soprattutto da fondo campo dove continua a farsi preferire con i colpi di rimbalzo, oltre che al servizio. Si arriva nella fase cruciale del primo set, al tie break, nonostante qualche balbettio di troppo di Nole, sempre meno soddisfatto del feeling con l'incontro. Tuttavia, bastano quattro punti del decisivo game, per archiviare il set: due risposte profonde provocano i gratuiti dell'inglese, legittimati dai primi due ace della sfida intera. 

Il contraccolpo psicologico condiziona l'avvio di secondo set di Bedene, visibilmente contratto, mentalmente e fisicamente. Il break è conseguenza naturale delle cose, confermato da Djokovic al servizio nel secondo turno, nonostante qualche solito gratuito. Due game in sordina non sortiscono l'effetto sperato per l'inglese, che stenta a riprendersi e fatica oltremodo con la prima di servizio, oltre che con il dritto, che fa cilecca continuamente. Nole sbaglia meno, anche se non sale decisamente mai di colpi e di intensità, trovando raramente vincenti degni di nota. Il secondo break, tuttavia, è dietro l'angolo ed arriva al quinto gioco del secondo set, quando le resistenze dello sloveno crollano definitivamente, prima della naturale conclusione della sfida sul 62 finale. 

Novak Djokovic b. Aljaz Bedene 2-0 (76 62)