Una manciata di secondi, per osservare il volto, il tennis, dei due contendenti. Nadal è veloce, reattivo, perfetto. Djokovic annaspa, in costante rincorsa. Break a 0, punto esclamativo che scuote il Manolo Santana. La seconda rottura certifica l'ascesa di Rafa e la crisi di Nole, trattenuto da interrogativi che inibiscono braccio e mente. La semifinale più attesa riserva poche emozioni, troppa la distanza tra due dei principali protagonisti degli ultimi vent'anni della racchetta. Nadal chiude in due - 62 64 - e raggiunge l'ultimo atto del torneo. Sulla terra, è imbattuto da tempo, un filotto d'oro che dura da Monte-Carlo, con il successo in finale su Ramos Vinolas. Il ritorno del maiorchino va ad incastonarsi nelle difficoltà di Djokovic e del n.1 Murray, nessuno ha quindi le carte in regola per spaventare Rafa, messo in un angolo solo da febbre, otite e Fognini. L'unico brivido, infatti, al secondo turno con l'azzurro, fenomenale per soluzioni e tempo sulla palla, con un Nadal a mezzo servizio. 

La finale odierna, nel tardo pomeriggio, vede lo spagnolo di fronte a Dominic Thiem, giovane di belle speranze del tennis mondiale. Un esame di maturità, l'ennesimo, per Thiem. Punto chiave della campagna madrilena con Dimitrov. Dominic si trova a un passo dal baratro, ma risale la corrente ed esulta. Poi, due affermazioni in carrozza, non di secondo piano. Ai quarti, sigillo con Coric, in semifinale un altro specialista, Cuevas. Periodico 64. 

La distanza tra Nadal e Thiem, sulla carta, è notevole. Di recente, finale a Barcellona, 64 61 Nadal. Un ottimo Thiem per un set, un lento tracollo, favorito dalla devastante consistenza di Rafa. Nel complesso, 3-1 Nadal nei precedenti, l'unico assolo austriaco a Buenos Aires nel 2016. Non a caso, quattro confronti sul rosso, entrambi trovano la maggiore espressione su questa superficie. 

Si inizia alle 18, Rafa per infilare il terzo titolo consecutivo, non perde dalla finale di Miami con Federer, Thiem per confermarsi tra i grandissimi.