Dopo un 2016 da favola condito dalle vittorie a Wimbledon e l'oro olimpico, il 2017 di Andy Murray è nato all'insegna delle difficoltà. La finale persa da Djokovic a Doha, l'eliminazione ai sedicesimi dell'Australian Open per mano di Mischa Zverev e le prestazioni ad Indian Wells e Montecarlo denotano tutti i problemi del britannico che però sembra essersi ripreso nel torneo di Barcellona, sconfitto in semifinale da Dominic Thiem, salvo poi crollare nuovamente contro Coric a Madrid.
Il numero uno del ranking conquistato nello scorso novembre sembra pesare sulle spalle dello scozzese che però, intervistato dalla Gazzetta, nega: "Non sto pensando alla classifica e non avverto particolari pressioni extra quando scendo in campo. Certo, quando ti battono e sei numero uno del mondo, il botto fa più rumore e per i media diventa una notizia più importante. Sembra che ogni volta che perdi non sia più soltanto una semplice sorpresa, ma qualcosa di molto più grande". Per fortuna di Murray, però, anche il suo primo inseguitore, Novak Djokovic sta faticando e quindi il primato non sembra essere a rischio per ora.
Lo scozzese non sarà in un momento di forma eccezionale, tutt'altro, ma a Roma arriva con i gradi del vincitore uscente. La vittoria dello scorso anno ha spezzato anche una sorta di tabù per Murray che sulla terra rossa ha sempre faticato: "La terra è davvero un mondo a parte, innanzitutto perché richiede al fisico sforzi maggiori, visto che difficilmente risolvi uno scambio in pochi colpi. Perciò devi possedere una grande resistenza, unita alla pazienza di costruire il punto con una strategia a lungo termine, senza metterti troppa fretta".
Lo scorso anno però lo scozzese, oltre alla vittoria di Roma, ha raggiunto anche la finale al Roland Garros, poi perso per 3-1 contro Djokovic, e quest'anno l'obiettivo della primavera non può che essere quello di vincerlo: "Un anno fa ci sono andato vicino: soprattutto ho dimostrato, anche a me stesso , di avere le qualità tecniche per riuscire a vincere quello Slam. Credo mi sia mancata solo un po’ di convinzione nei momenti decisivi, avrei dovuto crederci di più: è ciò che mi porto dall’esperienza di dodici mesi fa e spero mi possa aiutare quest’anno".
Chi invece ha sorpreso in questo di avvio di stagione è Roger Federer, che sembra aver ritrovato lo smalto di un tempo: "Se continua sui livelli di inizio stagione può farcela (a vincere il Roland Garros, nda), sarà più difficile visto che non ha giocato match sulla terra prima dello Slam francese, ma ha dimostrato in Australia di non patire l’assenza di match".
In questo avvio di stagione Murray non ha lavorato a stretto contatto con il proprio allenatore, Ivan Lendl, ma lo ritroverà proprio prima del Roland Garros: "Ivan sbarcherà a Londra il 21 maggio, una settimana prima del via del Roland Garros e il giorno della finale di Roma. Perciò spero di vederlo soltanto dal lunedì... Staremo insieme cinque settimane per preparare al meglio Parigi e Wimbledon".