Amici, connazionali, compagni, ma - anche, direi soprattutto - sfidanti. Il Re nato a Basilea, Stan di Losanna, la Svizzera ed il rovescio ad una mano i minimi comun denominatori. Federer: una cascata di emozioni, un crescendo di sensazioni che salgono piano piano fino a toccare il cielo, a sfiorare un sogno storico; Wawrinka: solito diesel, solito gioco a chiazze nei primi turni, poi certezza, un tornado in grado di spazzare via ogni ostacolo. Il tutto con la convinzione di poter timbrare il quarto Slam in altrettanti anni. La nazionale neutrale per eccellenza fa un'eccezione; alza gli occhi, ammira i suoi campioni, si schiera e tifa. Noi ci accodiamo, li imitiamo, anzi facciamo di più; andiamo a scoprire ogni sfaccettatura della sfida
Ora di cena a Melbourne, prima colazione in Italia. Fuso orario diverso, ovviamente, intercorrono 10 ore tra la nostra penisola e l'Australia. Federer - Wawrinka è il biglietto da visita principale del Day 11, una sfida avvincente, cocente.
Arrivato a Melbourne con tanti interrogativi ed una patina di mistero, Il Re ha preso parte al primo torneo ufficiale dopo 6 mesi passati ai box. E che torneo, pronti, via, subito Slam. Primo turno contro Melzer, mancino d'attacco. La paura di non essere all'altezza è tanta, pecca di precisione e di coraggio nei primi due set. Poi si scrolla di dosso la paura e rifila un periodico 6-2. E' il turno di Rubin, il ragazzo della Next Gen. Classe 96, statunitense. Freno tirato, energie dosate, colpi centellinati indirizzati a non sbagliare. I primi due set scivolano lisci, nel terzo c'è bisogno di alzare il ritmo per recuperare il break e volare da Berdych. Il ceco è in buona condizione, Roger è al primo vero bivio del torneo. Gioca da maestro, impartisce una lezione di tennis e chiude la pratica in 1:30 h. Straripante.
Agli ottavi, l'asticella si alza, arriva Nishikori. Il nipponico lo sottomette nel primo set, lui risorge prima di lasciar andare il tie-break. Vince con audacia i due set successivi, paga dazio gli errori nel 4° ma nel 5° è one man show. Quarti di finale con Melzer, fratello maggiore di Sascha. Il tennis impiantato sul serve & volley non lo destabilizza, gioca come sa ed ora attende Wawrinka.
Stan the Man, l'uomo degli Slam. Eh già, poiché il N°4 al mondo riesce a giocare un tennis notevole nelle due settimane di cartello. Come al solito, Stanimal ha bisogno di carburare, di una spinta, di un brivido che - superato - può portare al decollo. Ed i problemi li ha portati Klizan, il quale lo ha trasportato al quinto applicando un tennis intelligente. Prova di maturità, esame superato Nessun problema contro Johnson, uno dei tanti bombardieri di stampo statunitense. Tre set fotocopia, azzannando la partita sempre nel momento propizio. Poi Troicki al 3T, astuto a bruciare sul tempo l'elvetico nel primo parziale. Ma l'ira di Stan si abbatte sul serbo, 6-2 6-2 e 7-6 di slancio. Seppi agli ottavi gli lancia il guanto di sfida: triplo tie-break, triplo 7-6. Ne esce vincitore, l'altoatesino saluta a testa alta e con il rimpianto di non aver sfruttato un break di vantaggio. Aereo transalpino ai QF, fa scalo Tsonga. Il nervosismo e gli errori di Jo indirizzano il match dal lato svizzero. E così sarà, tre set e semifinale. Brividi a fior di pelle, c'è Fed Express.
I precedenti sorridono a Federer, vittorioso in 18 occasioni sulle 21 totali. L'ultima affermazione è datata fine 2015, ATP Finals, 7-5 6-3 a favore del maestro.