Il Re sta per tornare. Gli appassionati contano da tempo ormai i giorni che li separano dal rivedere su un campo da tennis Roger Federer, il fuoriclasse svizzero dal talento ineguagliabile, fermo da oltre cinque mesi. La sua ultima apparizione risale infatti alla semifinale di Wimbledon contro Milos Raonic, persa in cinque set. Una partita che ha segnato uno spartiacque nella stagione dell'elvetico, che ha deciso di concedersi una pausa per recuperare a pieno dai vari infortuni patiti negli ultimi mesi.

Intervento chirurgico al ginocchio sinistro, problemi alla schiena, virus influenzali, non è mancato nulla al 2016 di Federer, che racconta le sue sensazioni sull'anno appena trascorso e su quello che verrà a Christopher Clarey del New York Times: "Credo che il ritorno in Australia (a Perth, Hopman Cup, inizio gennaio, ndr) sarà ben diverso da quello di aprile. Il rientro a Montecarlo era stato il primo dopo un intervento chirurgico, fortunatamente non ne avevo mai subiti in precedenza. Ma stavolta sarà ancora più importante, perchè stare sei mesi fuori non è la stessa cosa che rimanere fermo per due. Ecco perchè questo ritorno sarà diverso da tutti gli altri della mia carriera". Gli interrogativi sono sempre gli stessi, e riguardano la tenuta fisica, quella mentale, la continuità, ma Roger non vuole angustiarsi: "Sono ancora affamato di vittorie, ora mi sento rigenerato e ringiovanito. Anche Mirka e i bambini sono entusiasti del mio ritorno in campo". Poi uno sguardo all'indietro, alla primavera e in particolare alla stagione sull'erba (saltato il Roland Garros per scelta programmatica): "Non credo che aver preso parte alla stagione sull'erba mi sia costato la stagione. Penso solo che il mio ginocchio e il mio corpo avessero bisogno di una pausa. Così mi sono preso sei mesi di riposo, il tempo necessario per dare tregua al mio fisico. Forse avrei potuto, anzi dovuto, prendermi più tempo dopo gli Australian Open e l'intervento al ginocchio, ma mi sentivo bene negli allenamenti che facevo a Dubai. Ora però non ho rimpianti, ho fatto tutto il possibile: nei primi tre mesi mi sono allenato in maniera blanda, mai più di un'ora al giorno, e spesso in giorni non consecutivi. Poi ho accelerato e recentemente mi sono allenato anche con Lucas Pouille: un modo per far capire a tutti che stavo tornando per l'inizio della nuova stagione".

Anche a Federer viene chiesto del calo di rendimento di Novak Djokovic, suo grande rivale che ha terminato l'anno da numero due al mondo: "Sono stato molto sorpreso da quanto accaduto, perchè in genere, quando uno comincia la stagione come ha fatto Novak, realizzando il suo sogno di vincere il Roland Garros e il suo quarto Slam consecutivo, poi tutti - compresi i giocatori - si sarebbero attesi che nessun altro se non lui potesse chiudere al numero uno. Onestamente Novak non ha giocato poi così male nella seconda parte di stagione. Ha vinto a Toronto, ha raggiunto la finale in molti altri tornei, come gli US Open e il Master. In un altro contesto sarebbe stato sufficiente per chiudere da numero uno, ma Andy Murray ha fatto qualcosa di straordinario: chapeau. Credo che sia comprensibile e umano che Novak abbia avuto un calo, perchè ha raggiunto tutti i suoi obiettivi. In questi casi bisogna reinventarsi in qualche modo, e comunque è bello vedere che nessuno riesce a essere al top con facilità per tanto tempo". 2017, stagione che lo svizzero definisce già ora epica: "Tutto questo ha creato i presupposti per tante grandi storie nella prossima stagione: quella di Novak, di Andy, ovviamente di Rafa, la mia. L'inizio dell'anno, specialmente in Australia, sarà qualcosa di epico". E sul ritiro Federer risponde così: "In questi mesi ho assaggiato qualcosa del ritiro: improvvisamente ho potuto organizzare il mio tempo e stare a casa per quattro settimane consecutive e godermi la mia famiglia. E' stato fantastico ed entusiasmante per tutti noi. Sono stato bene, ma quella vita può attendere. Sto bene, il ritiro può attendere".