Prosegue con Kei Nishikori il viaggio di Vavel Italia alla scoperta dei magnifici otto delle Atp Finals 2016, il Masters della O2 Arena di Londra che chiude la stagione agonistica maschile.

26 anni, il giapponese Nishikori è reduce da una stagione contrassegnata da un'ottima continuità, sia a livello di condizione fisica che di risultati. Giunto al suo terzo Masters consecutivo, Nishikori sta diventando un ospite abituale della kermesse di fine anno, cui si presenta stavolta da numero cinque al mondo, e con legittime aspettative di qualificazione alle semifinali. Anche per Nishikori - come per tutti i partecipanti alle Finals - il 2016 è stato un anno lungo, estenuante, che ha però riservato diverse soddisfazioni, a partire dalla medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Rio de Janeiro conquistata ai danni di Rafa Nadal. Subito in campo a Brisbane, fuori al secondo turno per mano di Bernard Tomic, il buon Kei ha piazzato il primo mattoncino stagionale qualificandosi per i quarti di finale degli Australian Open, ottenuti dopo aver sconfitto Jo-Wilfried Tsonga in ottavi. Il Djokovic macchina perfetta di gennaio non ha però lasciato scampo al nipponico, che da Melbourne ha deciso di volare direttamente in Nordamerica, saltando la stagione europea indoor e quella sudamericana sul rosso. Scelta azzeccata, che gli è valsa l'unico titolo stagionale, vinto a Memphis, ormai suo torneo di casa, in finale su Taylor Fritz.

Male ad Acapulco, k.o. contro Sam Querrey, la stagione di Nishikori ha forse preso una piega positiva durante gli ottavi di finale di Coppa Davis, quando è andato a un passo dal battere Andy Murray nel terzo singolare della Emirates Arena di Glasgow. Un risultato che gli ha dato evidentemente fiducia, al punto che la successiva campagna sul cemento a stelle e strisce è stata più che soddisfacente. Sconfitto in quarti da uno dei migliori Nadal dell'anno a Indian Wells, dopo aver vinto con John Isner, il giapponese ha fatto ancora meglio a Miami, dove ha raggiunto la finale dopo aver piegato gente come Nick Kyrgios e Gael Monfils: ancora Novak Djokovic gli ha però sbarrato la strada nell'atto conclusivo del torneo.

Buono anche il rendimento sul rosso, con la finale conquistata - ma persa contro Nadal - a Barcellona, la semifinali di Madrid e Roma (in entrambe k.o. ancora contro Nole), e gli ottavi al Roland Garros, battuto da uno splendido Richard Gasquet. Una prima parte di stagione in cui Nishikori non ha subito veri infortuni, mantenendo così continuità e integrità fisica, da tempo suo cruccio e tallone d'Achille. Meno bene è andata sull'erba, di certo non la sua superficie preferita, con l'eliminazione al secondo turno ad Halle, per mano del futuro vincitore Florian Mayer, e con il ritiro agli ottavi di finale di Wimbledon contro Marin Cilic. Quella che poteva essere una svolta negativa della sua annata si è trasformata invece in un curva favorevole, perchè dopo un mese di inattività il giapponese è tornato in finale a Toronto, superando sulla sua strada Grigor Dimitrov e Stan Wawrinka, arrendendosi per l'ennesima volta a Djokovic nell'ultimo giorno del torneo. Volato poi i Brasile per i Giochi Olimpici, ha ottenuto il massimo consentitogli, garantendo alla sua nazione un'insperata medaglia di bronzo (vittoria nella finalina contro Nadal), in un torneo atipico, che lo aveva visto prevalere su Monfils ma non su Murray.

Decisamente affaticato a Cincinnati, sconfitto al terzo turno da Tomic, il ventiseienne Kei ha costruito un altro piccolo capolavoro agli US Open: sul cemento di New York ha infatti giocato una delle partite più belle dell'anno, battendo proprio lo scozzese Murray in quarti di finale, prima di spegnersi davanti allo scatenato Stan Wawrinka dell'edizione 2016 di Flushing Meadows.

Finale di stagione annacquato da un infortunio patito nel torneo di casa di Tokyo, dove è stato costretto al ritiro al secondo turno contro Joao Sousa, e dalla finale persa a Basilea contro Cilic, dopo aver disputato un'ottima settimana, con le eliminazioni di Del Potro e Muller in quarti e in semi. A Parigi-Bercy ha infine sprecato un'occasione ghiottissima per fare strada nell'ultimo Master 1000 stagionale, beffato dal francese Tsonga in ottavi dopo aver dominato il primo set e non convertito due match point nel terzo.

Giocatore che si è costruito negli anni una carriera di alto livello, Kei Nishikori non si può certo definire un talento naturale, nonostante i suoi colpi di rimbalzo siano tra i migliori del circuito, in particolar modo il rovescio, che riesce a colpire non allontanandosi mai troppo dalla linea di fondo. Nishikori è per l'appunto quello che che si definirebbe "un attaccante dal fondo", espressione coniata per Agassi, ma che può valere anche per il nipponico, abile a spingere sull'acceleratore da dietro, senza disdegnare di venire a rete a prendersi il punto, trovando soluzione balistiche a volte inattese. Il suo vero punto debole è il servizio: prima e seconda non sono all'altezza di un giocatore da top ten, figurarsi da top five, il che lo costringe a doversi giocare al massimo tutti gli scambi, senza poter usufruire del sollievo che in genere garantisce una battuta di buona potenza e piazzamento. Da questo punto di vista la stazza - 178 cm dichiarati per 75 kg - non lo aiuta di certo, facendone un peso piuma nell'era dei grandi atleti applicati al tennis, ma quantomeno gli consente di coprire il campo con grande rapidità, muovendo i piedi a una velocità superiore rispetto a quella dei suoi più celebrati rivali. A Londra è stato sorteggiato nel gruppo di Andy Murray (2-7 i precedenti), Stan Wawrinka (2-4) e Marin Cilic (7-5): la superficie non gli è ostica, ma per giungere in semifinale dovrà trovare energie supplementari dopo una stagione logorante e sperare in qualche passo falso dei suoi avversari.