Come ogni settimana, ieri, lunedi 3 ottobre, la ATP ha pubblicato l'aggiornamento della graduatoria mondiale, per motivi di sponsorizzazione denominata Emirates ATP Rankings, che non ha regalato nessun colpo di scena ai piani alti ma qualche piccolo significativo movimento più indietro.
In cima alla classifica rimane sempre lui, Novak Djokovic, padrone incontrastato e saldissimo sull'incredibile monte di 14.040 punti, nonostante il forfait dal 500 di Pechino, vinto lo scorso anno. La sensazione è che il serbo, anche se l'infortunio al gomito lo tenesse fuori per qualche tempo, non farà fatica a mantenere la leadership. Dietro di lui, infatti, c'è Andy Murray, forte dei suoi 9.345 punti nonostante i "soli" 16 tornei giocati quest'anno, ma comunque lontano da Nole. Il britannico, però, può sentirsi al riparo da Stan Wawrinka, fermo a quota 6.365. Anche per lui un calo di 500 punti, quelli del torneo di Tokyo 2015, ma la vittoria degli US Open lo ha a sua volta staccato di oltre duemila punti da Rafa Nadal. Lo spagnolo invece è tutt'altro che tranquillo: la sua quarta posizione è insidiata da Nishikori e Raonic, con i tre raccolti in appena 430 punti. Continua a perdere Roger Federer, che sarà fermo fino al 2017 per riprendersi al meglio dall'operazione al menisco: l'elvetico è settimo, ma alle sue spalle Monfils, Berdych e Thiem (dodici anni più giovane) annusano l'odore della carne e pensano al sorpasso già a Parigi-Bercy.
Nella top 20 balzi avanti per Richard Gasquet e Jo-Wilfried Tsonga, rispettivamente passati al diciassettesimo ed al dodicesimo posto, mentre inizia a risalire anche Grigor Dimitrov (20°), a scapito del trentasettenne Ivo Karlovic. Più indietro, i balzi significativi sono quelli di Albert Ramos-Vinolas, che entra nei primi 30 guadagnando 4 posizioni: per lo spagnolo c'è il best ranking in carriera (27°) dopo la finale dell'ATP di Chengdu persa dal russo Khachanov al terzo set.
Rimane problematica anche la situazione italiana: crolla di quattro posizioni Paolo Lorenzi che perde 50 punti ed arriva ai confini della top 40 (39°), poco più avanti di Fabio Fognini, a sua volta scavalcato anche dal diciannovenne croato Borna Coric. La medaglia per il salto più grande va, invece, a Karen Khachanov, che col già citato torneo di Chengdu balza addirittura avanti di 46 posizioni, arrivando alla cinquantacinquesima. A vent'anni appena, il futuro è radioso per lui.
Infine, una nota dolente anche per Andreas Seppi: l'altoadesino non riesce a tornare alla ribalta nei tornei che contano, ed il suo periodo nero lo ha affossato fino alla novantaquattresima posizione del ranking. Il quesito è se a 32 anni, con tanto tennis già alle spalle, l'azzurro possa tirare fuori quello scatto di orgoglio che lo riporterebbe nelle posizioni che contano davvero.