Stanislas Wawrinka vince il suo terzo slam della carriera. Dopo gli Australian Open e il Roland Garros il tennista elvetico aggiunge alla bacheca anche il prestigioso torneo di New York. Djokovic perde la sua nona finale di uno slam, la seconda contro Wawrinka dopo quella del Roland Garros 2015.
Nella notte italiana, sul cemento americano, vince il giocatore che ha più saputo cambiare ritmo agli scambi forsennati da fondo campo. Partita equilibrata, a tratti esaltante per le giocate di un Wawrinka in modalità pallottoliere. Djokovic non è stato impeccabile: qualche errore di troppo per uno che della costanza e della solidità ha fatto la sua arma vincente, ma sopratutto il serbo ha avuto meno fantasia e meno soluzioni efficaci dell'avversario. Nole picchia da fondo campo ma per quasi tutta la partita subisce l’inerzia delle giocate dell’avversario, più incisivo con i suoi colpi da fondo campo. Wawrinka chiude il match con 46 vincenti (30 Djokovic), molti dei quali lungolinea di rovescio, il suo marchio di fabbrica. Vince tutti i punti importanti (tranne il tie-break del primo set, giocato male) e si conferma un giocatore estremamente a suo agio con le finali: questa la sua undicesima vinta sulle ultime undici disputate. Sintomo di un vero spirito vincente e di una grande mentalità. Quella che non smette mai di rimarcare nelle esultanze dopo aver vinto dei punti importanti: dito puntato verso la tempia e sguardo convincente.
Non è proprio questa l'immagine adatta per descrivere il primo set del campione 2016 degli US Open. All'elvetico serve qualche urlo incoraggiante per premere il bottone "On" alla modalità partita, alla modalità finale. Nole scappa subito via 2-0 con un break, poi 4-1 con ognuno che tiene i rispettivi servizi. Stan salva due palle del 5-1, non demorde e con due ruggiti da fondo campo tiene il servizio. Poi Nole agevolmente va sul 5-2. Ma Stan è entrato in partita e Djokovic inizia a subire la pesantezza dei colpi dello svizzero. Sul 3-5 Wawrinka si porta sullo 0-40, non concretizza le prime due palle break poi Nole con un doppio fallo gli consegna il break. Wawrinka tiene il servizio al turno successivo portando di conseguenza la partita al tie-break dopo altri due turni di servizio. Nel tie-break Wawrinka è molto falloso, quasi non gioca: Djokovic lo vince 7-1 conquistando il primo parziale.
Nel secondo set sale il livello di gioco di Wawrinka, che comanda da fondo campo. L'elvetico sale 4-1 non senza qualche difficoltà nel consolidare il break. Perchè Stan deve difendere sul 3-1 0-40 tre palle del contro break. Ne esce fuori con due servizi pesanti ed un errore di Djokovic. Sospiro di sollievo. Poi con un ace e un lungo scambio vinto da fondo campo va 4-1. Ma nell'ottavo gioco Nole si riprende il break, mettendo in mostra le difficoltà di Wawrinka di tenere alta la massima concentrazione per tutto il tratto della partita. Infatti, ad analizzare la gara, non ha vinto il più solido ma il più vario. Wawrinka incassa il 4-4, serve e porta a casa un game in sicurezza e poi sfrutta una sola palla break sul 5-4 e si prende il set quasi all'improvviso. Belli scambi da fondo, è bravo Wawrinka a sfruttare la minima occasione concessagli pressando Nole sul fondo e costringelodo ad un errore di misura.
Nei successivi due set la musica è la stessa. Sorprende il fatto che Djokovic non sia riuscito a prendere il controllo della partita, sempre sfuggitagli di mano per un break in apertura di set prima, un break in chiusura poi. In apertura di terzo set il serbo concede il break fallendo un serv and volley sulla seconda. Ha cambiato per una volta schema ma non è andato a buon fine. Nel quarto Nole ha accusato anche qualche problema alle dita dei piedi, ma due medical time out non sono bastati a ripristinare il tennista di Belgrado che, pur avendo spezzato il ritmo incalzante all'avversario, non è riusciuto a sfuggire alla morsa dei colpi da fondo dello svizzero. E' Wawrinka a trovare sempre soluzioni per uscire dallo scambio: se non è il solito rovescio lungolinea, è un dritto incrociato o sempre lungolinea. Mai a rete, se non per chiudere il punto, troppo a suo agio a fondo campo, dove martella un Djokovic migliore rispetto alle uscite passate ma che non basta a superare un Wawrinka davvero in palla. Un Wawrinka che scrive la sua legge (3 finali slam vinte su 3) e da stanotte nuovo re di New York.