Per la quinta volta in carriera Andy Murray si aggiudica il trofeo londinese del Queen's, tradizionale appuntamento inglese di preparazione all'erba di Wimbledon. Il numero uno del seeding e due al mondo rischia di andare k.o. contro il canadese Milos Raonic, avanti di un set e di un break (3-0), ma recupera d'orgoglio e sfrutta un calo improvviso del rivale per vincere la finale e portarsi a casa il secondo titolo di prestigio di questa stagione, dopo il Master 1000 di Roma su terra battuta. Per lo scozzese si tratta del quinto successo sull'erba di casa, dopo quelli già ottenuti nel 2009, nel 2011, nel 2013 e nel 2015, mentre il nuovo allievo di John McEnroe perde un'altra chance per ottenere una vittoria contro uno dei primi della classe.
Il primo set dell'atto conclusivo del Queen's è particolarmente equilibrato. Raonic non sbaglia praticamente nulla al servizio, colpo che nemmeno un ribattitore eccezionale come il britannico riesce a disinnescare. Anzi, con il trascorrere dei minuti Murray si fa via via sempre più nervoso, con le sue classiche imprecazioni che risuonano nel silenzio ovattato del pomeriggio di Londra. Si giunge così al tie-break senza che nessuno dei due finalisti abbia concesso all'altro una chance per strapparsi la battuta. Qui il canadese sale 3-0, sembra poter chiudere facilmente al servizio, ma si fa rimontare dal rivale, che torna sotto fino al 5-6, quando segue il servizio a rete, si salva con una volèe di rovescio, ma viene passato con un lungolinea di diritto. Primo round dunque che va a Raonic, che sfrutta l'abbrivio anche in apertura di secondo parziale, trovando il break sull'unica palla fin lì fronteggiata da un Murray più sconsolato che rassegnato. La testa di serie numero tre del tabellone del Queen's conferma il break e si porta così sul 3-0, con l'incontro in mano e l'inerzia - tecnica ed emotiva - tutta a suo favore.
Di colpo però il canadese accusa un grave passaggio a vuoto, con coincide con una drastica diminuzione delle prime in campo. Sul 3-1 30 pari l'ex allievo di Ivan Ljubicic segue il servizio a rete, ma manda in corridoio la voleè di rovescio, come sancito dall'occhio di falco. E' la svolta della finale, perchè Murray, rientrato in partita in maniera inattesa, concede pochissimo al rivale, che di contro va a picco con la battuta, incassando un parziale di sei giochi a uno che gli costa il secondo set. Quando tutto sembra pronto per una lunga resa dei conti nel parziale decisivo, il canadese va ancora fuori giri al servizio nel game di apertura, raccogliendo un misero 33% con la seconda e consentendo a Murray di condurre nel punteggio. Lo scozzese non si guarda più indietro, non concede palle break e vola con il 76% di prime in campo, da cui raccoglie l'88% dei punti. Raonic invece cede nuovamente il servizio e si arrende così dopo quasi due ore e un quarto di gioco, in un match che era stato a un passo dal conquistare. Per Murray la gioia di vincere davanti al suo pubblico e la soddisfazione di presentarsi a Wimbledon con un altro trofeo di un torneo su erba in bacheca.
Murray (1) - Raonic (3) 6-7(5) 6-4 6-3