Come dichiarato dal suo connazionale Stan Wawrinka, l'assenza di Roger Federer al Roland Garros 2016 - primo torneo dello Slam saltato dopo sessantacinque apparizioni consecutive nei Major - ha provocato un senso di solitudine anche nello spogliatoio del tennis maschile. E' l'effetto della mancanza del principale catalizzatore di attenzione mediatica degli ultimi quindici anni sui campi da gioco. Tifosi, addetti ai lavori, semplici osservatori, tutti spaesati dal non vedere a Parigi il fuoriclasse svizzero, punto di riferimento di un intero movimento, non solo di una piccola fazione o di una ristretta èlite di ammiratori.
L'assenza di Federer non dovrebbe però durare a lungo. Secondo quanto dichiarato dallo stesso giocatore elvetico, "il recupero dai problemi alla schiena va meglio del previsto" (parole pronunciate alla presentazione della squadra di calcio del Basilea, di cui Roger è tifosissimo). Ecco dunque scatenarsi una ridda di ipotesi e congetture sul suo ritorno in campo: a Stoccarda, torneo passato all'erba nella nuova configurazione del calendario internazionale, o nel giardino di casa di Halle (sempre in Germania, ma da 13 giugno piuttosto che dal 6)? O forse in entrambe le competizioni, per preparare al meglio l'appuntamento di Wimbledon, quello a cui Federer tiene di più, il torneo dei fuoriclasse per antonomasia. Per anni l'avvicinamento ai Championships dello svizzero è passato per l'erba di Halle, che lo ha visto trionfare in ben sette occasioni. Da questa stagione c'è però una settimana in più nella finestra sui prati verdi, da poter sfruttare con il torneo di Stoccarda, un 250 che segue a ruota la chiusura del Roland Garros. Un Federer a secco di partite da Roma (ma dagli Australian Open in poi ne ha giocato davvero poche), potrebbe infatti decidere di testarsi già la settimana prossima in casa Mercedes, per poi tirare le conclusioni sulla sua condizione fisica e scegliere cosa fare verso Wimbledon, il cui inizio è fissato per l'ultimo lunedì di giugno.
Intere schiere di appassionati non vedono l'ora di tornare ad ammirare Federer sulla superficie più suggestiva del circuito, quell'erba che gli ha da sempre regalato grandi soddisfazioni e che costituisce il fulcro intorno al quale ruota la stagione dello svizzero. Già, perchè l'appuntamento di Wimbledon è tradizionalmente il punto di svolta delle annate di Roger, che spesso ha chiesto a giornalisti e addetti ai lavori di essere giudicato solo dai Championships in poi, quasi come se i primi cinque mesi di stagione fossero solo una sorta di lungo avvicinamento alla fase che conta di più, che precede peraltro quest'anno quella del torneo olimpico, oltre che del cemento nordamericano (Toronto, Cincinnati, US Open). Tuttavia, in un 2016 tanto travagliato, tra infortuni al ginocchio e alla schiena e sindromi influenzali di vario tipo, rimane difficile immaginare quale versione dello svizzero si presenterà al mese dedicato ai prati. Ecco perchè lo stesso Federer potrebbe volerne capire di più già dalla settimana prossima a Stoccarda, per non farsi trovare impreparato a Londra, quando la sua condizione dovrà necessariamente salire di colpi. Il tennis aspetta Federer, anche perchè in fondo, provato l'effetto che fa un mondo senza di lui, ha capito di non poterne proprio fare a meno.