La calma e la pazienza sono le virtù dei forti e, anche nel tennis, fanno spesso la differenza tra la vittoria e la sconfitta. Nick Kyrgios è il protagonista, nel bene e nel male, del secondo quarto di finale andato in scena sull'Arantxa Sanchez di Madrid, dove l'australiano non è riuscito a portare a casa il match contro Kei Nishikori nonostante un set di vantaggio ed una gara che sembrava, a metà del secondo parziale, in controllo. Tre set molto combattuti, vissuti sul filo dell'equilibrio e del nervosismo, che ha tradito nel momento di maggiore bisogno il più giovane e meno solido, mentalmente, dei due contendenti. Per il giapponese numero sei del seeding adesso ci sarà in semifinale il vincente della sfida serale tra Djokovic e Raonic.  

Due set di pregevolissima fattura, con il giapponese che porta lo scambio e la partita dove voleva ad inizio gara: da fondo campo, di dritto e di rovescio, comanda lui. Kyrgios si aggrappa al servizio ed alle ottime percentuali di conversione dei punti con entrambe le battute. Nishikori entra meglio in risposta, ma mai a sufficienza per scalfire le certezze del giovane avversario. Soltanto in due occasioni, sporadiche, il braccio trema al numero ventuno del mondo, che salva le palle break offerte con la prima di servizio e personalità. Il tie break sembra arridere a Nishikori, maggiormente arrembante e cinico in risposta: la pecca, nell'attimo di dover chiudere il set, è quella di piacersi troppo nel suo gioco, azzardando una smorzata beffarda che l'australiano gli rimanda dietro a mo' di boomerang. Set ribaltato come un calzino, con la stecca di dritto del giapponese che consegna a Kyrgios il primo set. 

Il set vinto sembra dare forza e vigore all'australiano, che, nonostante la carica adrenalinica, offre in apertura di parziale due palle break immediate: ancora il servizio, però, accorre in aiuto. Le molteplici occasioni perdute provocano rabbia e frustrazione nel giapponese, che affiorano nei turni di servizio nel secondo set: a fatica, ai vantaggi, Nishikori riesce a restare aggrappato alla gara. Kyrgios inizia a spazientirsi col passare dei minuti, con il successo e la semifinale che gli passano davanti agli occhi in numerose occasioni. Nel dodicesimo gioco, dopo aver recuperato e forzato Nishikori alla parità, l'errore capitale che decide il match: la rete nega il match point al canguro, che frustrato, non riesce a cancellare l'errore, lasciandosi passare con un facile 7-1 al prolungamento. 

I segni della battaglia scalfiscono, e non poco, le certezze dell'australiano, che inevitabilmente irato cede il passo ed il break nel quarto gioco dell'ultimo e decisivo parziale. Il dritto di Nishikori torna a fare breccia nella difesa australiana, i colpi da fondo campo di Kyrgios, invece, perdono di incisività e profondità, così come il servizio che inizia a fare cilecca (50% di prime in campo). Il braccio del nipponico trema dopo essersi conquistato la palla del 5-1 e del definitivo KO. L'occasione persa, però, allunga soltanto cronologicamente la fine dell'incontro, con Kyrgios che non riesce ad approfittare di tre palle del contro break nel settimo gioco, prima della naturale conclusione del match. 

K. Nishikori b. N. Kyrgios 67 (6) 76 (1) 63