Un pizzico di amarezza, non la prima volta. Fabio Fognini raggiunge il centro del campo, stretta di mano con Kei Nishikori, poi lo sguardo volge altrove, non c'è il saluto consueto con il giudice di sedia. Poco prima un alterco. Fognini - in precedenza richiamato - allontana con violenza la pallina dopo un sanguinoso doppio fallo. Arriva il secondo warning, punto a Nishikori. 0-40, tre match point. La successiva risposta lungoriga del nipponico archivia la sfida e acuisce il malumore di Fognini.
Fognini sente di aver perso qui un match a tratti bellissimo. Sbaglia. Il treno passa sul 53 e poi sul 54, Fabio ha due opportunità, prima in risposta e poi al servizio, per aggiudicarsi la partita. Il primo gioco scorre via rapido, Nishikori tiene a 0 la battuta, l'impressione è che la testa sia già uno step avanti. Nel decimo gioco, Fognini stecca, incappa nuovamente nelle forzature del primo parziale, sparacchia agevolando il compito a Nishikori, bravo a intuire il momento e a mettere semplicemente la palla in campo. Con la prima, Fognini accorcia, col dritto d'attacco impatta. Due gratuiti però mettono in ginocchio le certezze del tennista italiano. Un concentrato d'errori che trova il suo punto più alto nel momento meno indicato. Nishikori corre, fino al 75, mentre Fognini si infuria e perde non solo le staffe, ma anche la partita.
Un peccato, perché, come detto, Fognini dimostra di poter giocare alla pari con il numero sei del mondo. Il set iniziale si decide nelle sue battute inaugurali, quando Nishikori mette a referto due rotture in sequenza, ma l'incontro - pur con un Fognini falloso, oltre 20 errori non forzati - è in totale equilibrio, perché Fabio ha quattro opportunità per rientrare, diverse già al secondo gioco. Kei è più lucido, quando occorre alzare il livello. Cinico, allunga. Quando Fognini riesce a esprimere il suo tennis, arrivano, dagli spalti, applausi convinti. Ribalta lo scambio con facilità, accelera indifferentemente con dritto e rovescio, crea soluzioni anche nelle situazioni di maggior difficoltà.
Il secondo parziale vede l'ascesa prepotente di Fognini. Fabio si procure le prime opportunità con uno splendido passante che brucia Nishikori. Un doppio fallo del nipponico consegna due palle break all'azzurro. Invece di chiudere, Fognini cerca una palla corta che si spegne in rete. Nishikori si sposta sul dritto, nel punto successivo, e fulmina Fabio. Pericolo rientrato per il giapponese. Fognini è però ormai padrone della situazione. Gioca a braccio sciolto, trova il campo e crea un solco evidente. Con Nishikori in affanno, la partita prende una piega azzurra. Fognini scappa via, fino al 63, inanellando una serie di giochi di pura bellezza. Nishikori mette in bacheca solo 3 vincenti nell'intero secondo parziale.
Il set decisivo si apre seguendo la falsariga del precedente. Fognini ha le chiavi della partita, ma lascia comunque una porticina aperta al ritorno di Kei. Nel terzo game, spreca due colossali occasioni. Prima risponde alla grande, ma non calibra bene il dritto in avanzamento, poi non trova il rettangolo di gioco con uno smash nei pressi della rete. Al colpo, segue un momento di assoluto silenzio, di incredulità. Nishikori respira. Il nipponico torna ad avere una palla break - dopo quelle del primo set - nel sesto gioco, quando Fabio sbaglia smorzata e dritto, ma la prima corre in aiuto di Fognini. Sul 33, ecco l'attesa spallata italiana. Fognini piazza il break e con la prima ad uscire certifica il vantaggio. 53 e pugnetto all'angolo. Qui si spegne la luce, qui cala il sipario. Fognini si consegna, un peccato.
Nishikori - Fognini 62 36 75