Il primo pensiero è quello di piegarsi sulle ginocchia. Il secondo quello di guardare al cielo, tirando un sospiro che ha dentro di sè un misto di sollievo e di liberazione. Dopo il punto del match point, quando le energie fisiche e mentali avevano abbandonato da tempo i pugili, esulta il samurai Nishikori, che la spunta al termine di due ore di tennis non esaltante, fatto di errori e di occasioni perdute da una parte e dall'altra. Il caldo di Miami sfinisce Gael Monfils, eroe nel gettare il cuore oltre il fatidico ostacolo quando nell'ultimo turno di servizio che separa il giapponese dal successo, lascia andare il braccio, sfoggiando tutto il suo talento più puro. Alla fine, a rete, il sorriso più bello, quello di due tennisti che si sono affrontati fino all'ultimo respiro.
La spunta Kei Nishikori, che è costretto a venti minuti di apnea quando perde, nel momento più bello e, apparentemente più facile, il servizio nell'ottavo gioco del terzo parziale. Fino a quel momento un match altalenante, fatto di tanti errori e soprattutto di percentuali scadenti al servizio che condizionano i parziali: il primo, a favore di Monfils, viene deciso nella pancia del set. Dopo il break al primo gioco offerto da un giapponese visibilmente contratto, il francese cede al quarto gioco, a zero, prima di rispondere con la stessa moneta nel game successivo. Paradossale, a questo livello, soprattutto nel maschile, vedere tanti errori e due break conqustati senza nessun punto fatto da chi serve. Il transalpino numero sedici del tabellone conerma ai vantaggi il break, prima di chiudere 6-4. Il numero sei del seeding paga un pessimo 57% con le prime, delle quali solo il 43% viene convertito. Troppe le occasioni offerte a Monfils, che ringrazia ma non ne approfitta del tutto.
Molto più solido, dal punto di vista del servizio e del gioco, il secondo parziale giocato dal giapponese, che torna padrone degli scambi e col dritto inizia a martellare da fondo campo il francese, costretto a fare la spola da una parte all'altra del campo. Il parziale arriva nel quarto gioco, con Nishikori che controlla agevolmente al servizio senza offrire opportunità di rimonta. Molto meno lineare, nella trama e nello svolgimento, l'ultimo parziale, che sembra prendere la strada del Giappone quando Nishikori controlla agevolmente il turno di servizio per l'1-1 e brekka Monfils lasciandolo appena a 15. Lo svantaggio taglia inizialmente le gambe al parigino, che però ha il merito di restare aggrappato al match fino al 4-3.
Il braccio trema stranamente al nipponico, che riapre la porta del match al francese, che riesce a lasciare andare il braccio nel momento di maggiore bisogno: due rovesci, perfetti, per conquistare il contro-break ed il pareggio. La foga si impossessa del francese, che dopo aver tenuto il servizio (5-4), sul servizio di un Nishikori sfinito va ad un passo dall'incredibile ribaltone: 0-40 e tre palle per chiudere il match. L'entusiasmo si trasforma in paura. L'ansia attanaglia la mente di Monfils e libera paradossalmente quella dell'avversario, che ne salverà un'altra ancora, ai vantaggi, prima di chiudere ancora con l'amico dritto. Finita? Macchè! Monfils tiene il servizio e aggredisce il servizio del giapponese, che va ad un passo dal tracollo sul 5-6 e vantaggio Monfils: la volèe a rete lo premia, prima del tie break risolutivo.