Il ritorno a buon livello di Rafa Nadal regala un set di tennis gradevole, un'oasi di equilibrio nel regno dispotico di Nole Djokovic. Quando la bolla si dissolve e Rafa rende conto a un progresso sì tangibile, ma non ultimato, il serbo torna a martellare senza sosta, senza adeguata opposizione. La chiusura, quasi naturale, introduce alla finale, dove Nole raggiunge Raonic, impegnato poco prima con David Goffin. Per la prima volta Milos deve fronteggiare un momento di difficoltà, un passaggio a vuoto, nelle fasi iniziali del secondo, che prolunga la partita. 

La finale - con l'eliminazione nelle prime battute di Murray e l'assenza per infortunio di Federer - è sulla carta quanto di meglio il circuito possa offrire oggi, data la scarsa vena dei "giovani" eternamente in rampa di lancio e l'alterna luna di Stan Wawrinka. Raonic - grazie alla nuova guida tecnica e a un deciso progresso mentale - è in continua evoluzione, propone, col passare delle settimane, nuove soluzioni, accetta di scoprire zone del campo inesplorate fino a qualche mese fa. Se il servizio resta l'arma migliore, è in risposta che Raonic produce le cose più interessanti, perché al semplice drittone, ora abbina un attacco rapido, teso a chiudere sull'uno-due il punto. Quando può, Raonic abbandona la riga di fondo e si prende a rete il quindici. 

Con Djokovic, la nuova attitudine del ragazzone canadese trova esame probante, perché Nole non ha punti deboli. Il miglior ribattitore del circuito affronta uno dei migliori bombardieri del circuito. La potenza di Raonic va a penetrare nel muro di gomma di Djokovic, un muro che tende a rimandare ogni palla, ogni idea. Sta a Raonic trovare una chiave, sfruttare un eventuale rilassamento, cogliere qualche segnale di apprensione o difficoltà. 

Raonic - Source: Harry How/Getty Images North America
Raonic - Source: Harry How/Getty Images North America

I cinque precedenti sono racchiusi in un lasso di tempo limitato, tra il 2013 e il 2015. Cinque affermazioni per Djokovic, con un Raonic però di altro livello. L'ultimo incrocio a Melbourne, Australian Open del 2015. 76 64 62 Djokovic. Raonic vanta al momento un solo set in bacheca, sulla terra di Roma, anno 2014. 

Si parte con un favorito, netto, ma Milos può provarci. Dopo il successo con Federer a Brisbane, l'occasione di scrivere un capitolo ancor più bello.