Lacrime di gioia quelle dell'uruguaiano Cuevas che, in una Rio piovosa come in tutta questa settimana, alza al cielo il suo primo trofeo ATP 500, regalandosi la gioia più grande della sua carriera troppo tormentata dagli infortuni. Non si può dire che il trofeo non sia meritato per il nuovo numero 27 al mondo, vista la solidità dimostrata nell'arco della settimana e la ciliegina in semifinale con la splendida vittoria in rimonta niente di meno che con Nadal. I complimenti, però, vanno fatti anche al soprendente Guido Pella, giunto all'ultimo atto del torneo dopo una settimana sicuramente indimenticabile per lui, condita dal successo al primo turno contro Isner in tre ore e dalla vittoria di sabato contro Thiem che possono fungere da nuovo rilancio per la carriera dell'argentino.
Venendo alla cronaca, la partita è condizionata dal grandissimo equilibrio tra i due giocatori, che, da specialisti della superficie, fanno di variazioni e rotazione le loro armi migliori. Il primo ad andare in difficoltà è tuttavia Cuevas che, nel quarto game, annulla due pericolose palle break grazie soprattutto al servizio, evitando la fuga iniziale dell'argentino. Sul 3-3, immancabile in questa settimana brasiliana, arriva la pioggia e i giocatori sono costretti a rientrare negli spogliatoi. Pausa che dura più di tre ore con i due finalisti che, verso le 22.30 locali, rientrano in campo. Il lungo stop sembra favorire l'esperto uruguaiano visto che sul 4-4 strappa il servizio a Pella e chiude a suo favore il primo set per 6 giochi a 4.
Il secondo parziale è, se possibile, più equilibrato del primo, con i servizi che fanno da padrone e la conclusione naturale è il tie-break che, grazie ad un atteggiamento aggressivo e sfruttando qualche errore di troppo di Cuevas, Pella porta a casa per 7 punti a 5. Si va così al terzo e decisivo set, dove l'uguaiano fa valere tutta l'esperienza delle sue trenta primavere e della conoscenza della superficie: i servizi svolgono ancora un ruolo decisivo ma un break, nell'unica occasione concessa in questo parziale dall'argentino, costa la fine del sogno, visto che Cuevas chiude 6-4 a notte fonda in oltre due ore di gioco, alzando al cielo il suo quarto titolo ATP.