Roger Federer non ha alcuna intenzione di fermarsi. Non ancora, almeno. Dopo la sconfitta contro Novak Djokovic nell'atto conclusivo delle Atp Finals 2015, il fuoriclasse elvetico, che ha chiuso l'anno da numero tre al mondo, è stato tempestato in conferenza stampa di domande relative al suo futuro prossimo, in particolar modo alla stagione agonistica 2016, che avrà un ulteriore appuntamento di prestigio con il torneo olimpico di Rio de Janeiro.
Federer non ha voluto sbilanciarsi troppo sulla programmazione della prossima annata: "Le Olimpiadi non saranno la mia priorità. La stagione comincerà con gli Australian Open, che ormai sono praticamente dietro l'angolo. Al momento è Melbourne il mio obiettivo. Poi si vedrà. Penserò più avanti al resto del 2016". Sull'accoglienza che il popolo olimpico potrebbe riservargli a Rio, lo svizzero risponde così: "Non so chi sarà il favorito del pubblico, ma quando sono stato a San Paolo ho ricevuto un'accoglienza fantastica. Tutto il Sudamerica è fantastico, ad essere onesto. Ho avuto occasione di trascorrervi dieci giorni durante un tour di partite di esibizione pochi anni fa, e sono stati i giorni più belli della mia vita tennistica".
Si passa poi ad affrontare argomenti tecnici, e qui Federer si mostra molto chiaro nello spiegare le differenze di approccio alle gare contro Djokovic rispetto a quelle contro Nadal: "Se ho bisogno di lavorare in maniera specifica per trovare delle contromisure al tennis di Nole? No, non la penso così. Ho bisogno di lavorare su tutti i miei colpi per migliorare il mio tennis in maniera completa allo scopo di essere il più competitivo possibile contro i migliori giocatori del mondo. Personalmente ritengo che Rafa sia unico nel suo genere. Nel corso degli anni ho dovuto lavorare specificamente per contrastare il suo gioco. Con Nole è diverso, le sfide con lui sono più lineari. Se contro di lui non giochi al top, si va incontro a partite durissime. Ma, per quanto mi riguarda, se riesco a giocare al meglio, so di avere buone chance con il mio tennis".
Dichiarazioni che hanno immediatamente scatenato qualche polemica sul web e nel mondo dei social, ritenute per certi versi poco rispettose del valore del numero uno al mondo. Ma in realtà non è una novità che Federer ammetta di aver sofferto nel corso degli anni la rivalità con Nadal, proprio per questioni tecniche. I colpi mancini, arrotati, con rimbalzi alti, hanno sempre procurato enorme fastidio al fuoriclasse di Basilea, costretto nella seconda fase della sua carriera ad utilizzare con maggiore continuità il rovescio in top piuttosto che quello in back per non perdere campo su una diagonale che vedeva l'avversario favorito dall'utilizzo del diritto. Contro Djokovic Federer pensa di poter giocarsi le sue carte - a condizione di non sbagliare praticamente nulla - senza essere costretto a snaturare più di tanto il suo gioco, o meglio a prendere delle contromisure. La sensazione di Federer è condivisa da molti tra appassionati e addetti ai lavori: se proprio dovesse scegliere tra l'uno e l'altro avversario in una partita secca (una finale di Slam o a cinque cerchi), Roger preferirebbe trovare dall'altra parte della rete Novak Djokovic piuttosto che Rafa Nadal.