L'eterno confronto. Rafa Nadal e Novak Djokovic, alla O2 Arena di Londra, in palio la finale. Volti che raccontano sensazioni differenti, inattese. Il maiorchino duella al limite delle tre ore con un indomabile Ferrer, ma non cede l'imbattibilità, vince per la terza volta e fa il pieno di autostima verso la super sfida con Nole. Il n.1 recupera energie fisiche e mentali, 24 ore di riposo in più, non un dato da poco. Tempo utile per allontanare scorie pericolose. Un Djokovic nervoso, falloso, a tratti incerto, prima con Federer, poi con Berdych, battuto senza squilli.
La voce di Rafa si alza, sempre più. Pugno al vento, muscoli tesi, rincorse e strappi, alla Nadal. Djokovic è invece lontano, volge lo sguardo all'angolo, lamentoso, come poche altre volte. Il disavanzo si assottiglia e l'antipasto porta in dote una sfida in apparente equilibrio. Un cavallo di razza, di ritorno, pronto a colpire un purosangue, in scena da mesi sul piedistallo più alto.
Trovare chiavi tattiche è alquanto difficile, data la forza e la longevità dei due. Non c'è punto oscuro nella rivalità, 45 confronti chiudono la porta a possibili colpi di mano, entrambi cavalcano i "limiti" dell'altro, si gioca sul filo dell'errore, tra vincenti e estreme soluzioni. Nadal deve difendere un leggero vantaggio - 23-22 - ma sente il ritorno prepotente di Djokovic. Negli ultimi otto confronti, sette a uno per il serbo, con tre precedenti in stagione che raccontano di una superiorità netta. A Beijing, periodico 62 Djoko, bravo a imporsi in tre al Roland Garros, nei quarti, a casa Nadal, e in due, 63 63, a Montecarlo.
Rafa deve riportare alla mente il successo del 2014, sempre sulla terra di Francia, il sigillo più recente, non sul rosso, risale invece all'Us Open del 2013. Un Nadal diverso allora, dominante. Quello attuale è invece in crescita, sta ricostruendo la sua carriera, dopo mesi difficili, tra battute d'arresto e punti interrogativi. Il punto più alto, nel 2015, proprio alle Finals. A piccoli passi, il mancino sente avvicinarsi la miglior forma, è un incedere che aumenta di intensità e potenza, di fronte però c'è il muro serbo, Novak Djokovic, per distacco il n.1. Non al meglio forse, ma favorito. Capitolo 46, Rafa - Nole, è ancora battaglia.