Il sorteggio, considerato maligno, li aveva posti nello stesso gruppo, quasi a voler rovinare (o anticipare ) quello che tutti i tifosi e gli amanti di questo sport si auguravano di vedere nell'ultimo atto di domenica. Se in finale questi due titani della racchetta si sfideranno ancora non ci è dato saperlo, quello che possiamo dire però è che l'antipasto che, nel caso si avverasse la profezia, ci hanno servito oggi è stato un piatto più che gustoso, che ci lascia, tuttavia, ancora con l'appetito in bocca. Le condizioni di gioco (campo lento e palle veloci) dicevano Djokovic, e anche i precedenti di questa stagione parlavano serbo, ma se delle 5 sconfitte stagionali del numero uno ben due sono state per mano di Federer un motivo ci sarà e lo abbiamo visto anche in questa occasione. Se lo svizzero gioca in stato di grazia, non basta un buon Nole per contrastarlo, ed è quello che è accaduto stasera alla O2 Arena.
Eppure l'inizio di match sembra il prologo di un film già visto, con lo svizzero costretto a fronteggiare subito palla break nel primo game ma il servizio (altra arma in più nell'arsenale di Federer stasera) lo toglie subito dai guai. E infatti dalle prime battute pare questo il copione del match: se entra la prima di servizio, Roger riesce a tener ferma la furia serba mentre se si trova costretto a giocare con la seconda palla, Djokovic prende in mano lo scambio e lo conduce su strade a lui favorevoli. Mentre quando serve Nole, l'elvetico prova ad essere aggressivo ma riesce solamente nel sesto game a rendersi minimamente pericoloso quando, con un paio di risposte ottime, costringe Novak a rimontare da 15-30. Il set fila via tranquillamente per i giocatori al servizio fino al 6-5 Svizzera con Djokovic che si trova costretto a servire per la seconda volta per prolungare il set. Per la prima volta, Federer porta il serbo fino ai vantaggi, trovando delle righe assurde con il dritto e addirittura si procura due set point: il primo viene annullato bene da Novak ma sul secondo lo svizzero prende in mano le redini del gioco fin dalla risposta e, dopo un fendente di dritto lungo linea, viene a raccogliere il punto (e il set) a rete con una demi-volè da stropicciarsi gli occhi su un passante tutt'altro che banale di Djokovic.
Il secondo parziale riparte sulla scia del primo, con Federer che tiene facilmente il turno di battuta inaugurale mentre il serbo, ancora con i postumi del primo set, concede subito tre palle break: salva le prime due ma sulla terza affonda il back a rete e il “come on” di Sir Roger carica il pubblico di Londra. Ma è nel momento di difficoltà che i campioni vengono fuori e Djokovic decide di ingranare la sesta: una risposta di rovescio incrociata, una in lungo linea e un errore di Federer gli procurano due possibilità di controbreak immediato e la seconda è quella buona, con il dritto dello svizzero che si spegne nel corridoio. A questo sommiamo il servizio mantenuto a zero e la nuova parità è servita.
Ma il sesto gioco è quello che fa la differenza: Djokovic si innervosisce con qualcuno del pubblico e perde la concentrazione, affossando due rovesci a rete e regalando altri due break point a Federer che ringrazia e, con un passante lungo linea di rovescio pizzicato dal nastro, mette di nuovo la freccia e fissa il punteggio sul 4-2. E stavolta riesce, sfruttando anche un serbo palesemente con la testa altrove, a consolidare il proprio vantaggio e a salire 5-2. Nell'ottavo game Nole si fa rimontare e concede due sanguinosi match point: il primo viene annullato di rabbia dal numero uno al mondo al termine di uno scambio da 26 colpi condotto sempre in spinta, il secondo però gli è fatale, sparacchia un dritto incrociato in corridoio e consente all'elvetico di chiudere in un'ora e 17 minuti col punteggio di 7-5 6-2.