Il numero uno affronta il numero due, garanzia di spettacolo. Novak Djokovic e Andy Murray, per l'ultimo atto parigino. Le semifinali non regalano ribaltoni di sorta e confermano le forze in campo. Nole concede un set al temibile Wawrinka, prima di spazzare via lo svizzero nel parziale risolutivo. Andy controlla agevolmente il regolarista Ferrer, su una superficie che esalta il britannico e inibisce lo spagnolo.
Il cammino che conduce alla finale mette in vetrina un Djoko non eccelso, sbadato con Simon e spalle al muro con Berdych, ma l'ultima istantanea, nei sei giochi d'approccio al match conclusivo, ristabilisce l'inossidabile forza del più forte giocatore al mondo. Per Murray, qualche difficoltà nei quarti, al cospetto dell'elegante Gasquet, ma al momento un torneo senza sbavature.
Simili Djokovic e Murray. Sotto la lente d'ingrandimento la straordinaria capacità dei due di replicare, sempre e comunque, al colpo altrui. La risposta è il marchio di fabbrica, il punto che distingue Murray e Djokovic dalle racchette del circuito.
Il passato premia Djokovic, ben oltre il 20-9 che certifica, nei numeri, la supremazia del serbo. Nole sembra avere, rispetto a Murray, una maggior solidità. Il britannico, assurto nel regno dei grandi dopo l'impresa di Londra, deve confermare di poter sedere al tavolo con continuità. Nel 2015, ben sei incroci, cinque a favore di Djokovic. Esemplificativa l'ultima fermata a Shanghai, il miglior Nole strapazza Murray, 61 63.
Il successo del nativo di Dunblane, Scozia, riporta a Montreal, 63 al terzo Murray al tramonto. In semifinale, a Parigi, 61 al quinto Djokovic, in una sfida al cardiopalma, con Murray di ritorno da due set sotto. Prima del Roland, urrah di Djoko a Miami, Indian Wells e Melbourne, 60 al quarto e vessillo serbo nel primo Slam dell'anno. Striscia, quella di Djokovic, che si allarga al 2014, con Murray sempre K.O. Facile, stando ai numeri e al momento, attribuire a Nole il ruolo di favorito, tocca ad Andy sfruttare l'investitura ad underdog.