Il tennis è uno sport semplice, una rete divide due giocatori - quattro se si tratta di doppio - il campo è delimitato da una serie di strisce, il punteggio indica chi guida e chi insegue. Un 15 dopo l'altro si giunge al naturale epilogo, una stretta di mano accompagna il vincitore e lo sconfitto. La finale odierna richiede però un'indagine ulteriore, perché lo sconfitto si affianca con pieno merito al vincitore. Fabio Fognini costringe Rafael Nadal a una fatica supplementare, prima di arrendersi dopo oltre due ore e mezz di puro spettacolo. Il sorriso di Nadal, trofeo alla mano, è sincero, perché in quel volto disteso si nascondono le cicatrici di una sofferenza enorme. Nadal torna a sentirsi, sportivamente, vivo ed è ancora la terra a soccorrere il guerriero spagnolo. Il terzo titolo dell'anno, dopo Buenos Aires e Stoccarda, è senza dubbio il più importante.

Amburgo rappresenta una tappa non scritta. La sconfitta con Brown a Wimbledon induce Nadal a rivoluzionare i programmi prima del cemento americano. Con una wild card, Rafa si presenta ai blocchi di partenza e incontra, all'esordio, le prime difficoltà. Il tempo è però amico, e la crescita dell'iberico è evidente. Passo dopo passo, Nadal sale, fino alla perfetta semifinale con Seppi.

In finale serve un ulteriore salto in avanti, perché l'avversario è straordinario. Fognini gioca al livello che compete solo ai più forti e risponde a Nadal. Il primo è un flusso continuo di colpi, accelerazioni, intuizioni, il secondo è un moto perpetuo, un incedere continuo. Fabio allarga il campo, mette Nadal alle corde, Rafa risponde, a tutto. Ne nasce un folle inizio, fatto di break e controbreak. Fognini ha una palla nell'undicesimo gioco per cambiare l'indirizzo della partita, ma lo spagnolo è meraviglioso. Nadal sbatte la porta in faccia all'azzurro e trova la rottura poco dopo. Fognini dice "no" tre volte, ma capitola di fronte al dritto di Rafa. 75.

Nadal sente l'odore del sangue, azzanna Fognini, ma Fabio c'è, eccome. Break Nadal, replica Fognini. Dall'1-3 di marca spagnola, al 5-4 azzurro e servizio. Il ruggito di Fognini scalda il pubblico, ma con due set point a disposizione il tennista italiano crolla, vittima forse di un pizzico di nervosismo. Due volte Fognini avanti, due volte Nadal di rincorsa. Nel decimo gioco, così anche nel dodicesimo. 75, per la seconda volta. Vince Nadal, ma Fognini non è da meno.