Comincia nel migliore dei modi il 2015 di David Ferrer. Il rapporto col nuovo coach, Francisco Fogues, funziona a meraviglia e Ferrer mostra di essere ancora un giocatore difficile da battere, perché in grado di superare, in campo, limiti tennistici evidenti. Ferrer è il simbolo del tennis operaio, giocatore capace di migliorarsi anno dopo anno, con continuità, eliminando, per quanto possibile, alcuni difetti palesi ad inizio carriera. Con una condizione fisica ottimale, lo spagnolo alza al cielo il trofeo conquistato a Doha, in un torneo che se non rientra tra quelli di maggior prestigio, registra comunque un campo partenti di lusso, con Djokovic e Nadal su tutti.
Dopo la maratona con Karlovic, la finale vede Ferrer di fronte al ceco Berdych. Tomas è il giocatore che più di ogni altro ha destato impressione durante il torneo, per la facilità con cui si è sbarazzato di ogni avversario. La finale è però per definizione partita differente e Berdych conferma le carenze caratteriali che da tempo accompagnano il suo percorso. Di fronte a un Ferrer con gli occhi da tigre, il ceco si ammutolisce, perdendo la naturale spensieratezza, affonda con la seconda di servizio e nel secondo set (6-4 Ferrer il primo) sciupa tre opportunità per chiudere il set, sul 5-4 in suo favore e servizio Ferrer.
Il pensiero corre alla possibilità lasciata sul campo e il finale è devastante. Ferrer aggredisce, Berdych intimidito si difende, senza essere in grado di produrre un gioco al risparmio, e la naturale conseguenza porta a un doppio fallo e al break che sancisce la fine della partita.
Vince David Ferrer, un esempio. 6-4 7-5.