Dopo il pareggio contro la Fiorentina, dove l'Udinese ha disputato un'ottima partita anche se la vittoria del Bologna a San Siro ha complicato i piani, arriva la trasferta di Torino contro i granata. La squadra di Mazzarri rappresenta l'ennesimo scoglio importante, prima del doppio scontro diretto con il Chievo e i felsinei.

L'Udinese ha basato le fortune delle sue ultime partite sulla solidità della fase difensiva, l'assenza di Behrami in questo senso può essere un grosso problema: “La capacità di essere e lavorare da squadra non solo nella fase difensiva è la prerogativa per fare risultati. Se lavori da squadra amplifichi la qualità di un giocatore, se non lavori da squadra un giocatore difficilmente può fare la differenza. Vogliamo quindi continuare a lavorare così ancora, dobbiamo essere squadra sia in difesa che nella metà campo avversaria. Behrami ha avuto un problema e si è alternato tra squadra e lavoro differenziato e decideremo all'ultimo (non sarà convocato ndr)”.

Sembrano esserci ancora delle lacune in mezzo al campo, quindi basta un'assenza in più per rendere corta la coperta: “Per la mia mentalità un centrocampista dev'essere un centrocampista, io farei giocare tutti i giocatori con più qualità, la sfida è giocare con caratteristiche diverse, se manca un giocatore però non cambia tutto, se un giocatore viene schierato in un determinato ruolo è perché può farlo, De Paul per esempio viene messo mezzala perché secondo me può farlo bene, ogni giocatore deve fare ciò che è utile per sé e per la squadra, mi piace vedere dal punto di vista pratico le possibilità date da questi infortuni. Mi interessa la mentalità, la "mentalizzazione" della squadra che deve continuare a lavorare come sta facendo. Sul mercato non dipende solo da me o dalle società, nel caso di Sandro parla la carriera, sono arrivati ottimi giocatori, alcuni devono ancora entrare in forma. Okaka per esempio ha ottime qualità, sta a noi metterlo in forma”.

L'analisi dell'avversario: “Io non li vedo in difficoltà, hanno grande fisicità, sono molto abili a venirti a pressare e hanno un numero di risorse importante in organico. Nel nostro contesto le assenze sono più pesanti, ma noi andiamo là per far punti, così come mi aspetto che il Torino possa schierare diversi giocatori di qualità nonostante le assenze, N'Koulou gli garantiva un certo assetto, ma hanno riserve all'altezza, sono attrezzati, ma proprio per questo deve scattare un campanellino d'allarme per fare il meglio possibile”.

Mazzarri è un allenatore che tende a protestare molto e forse può dar fastidio, in secondo luogo per Nicola si tratta di un ritorno nella sua terra: “Io non mi prendo la briga di giudicare l'operato o le parole di un collega a meno che non siano molto gravi, Mazzarri è un ottimo allenatore, lo rispetto moltissimo. Dev'essere l'intero ambiente, chi dirige la partita, a non farsi influenzare. Fa parte del paleolitico la mia carriera da giocatore, è chiaro che ho giocato lì e sono di lì, ma sono l'allenatore dell'Udinese e mi interessa far vedere le mie qualità e quelle della mia squadra, il resto viene dopo”.

L'ottima gara con la Fiorentina: “Non deve fare notizia il fatto di aver fatto una buona gara, abbiamo fatto altre ottime partite, vogliamo fare altre partite da squadra e altri ottimi risultati”.

Teodorczyk e Ingelsson presto saranno di nuovo utilizzabili: “Per quanto riguarda Teo stiamo seguendo l'iter di ritorno in squadra, stiamo soppesando i carichi di lavoro, vede ritrovare la forma, ma dobbiamo stare attenti perché sennò potrebbe dare qualcosa subito e avere problemi in futuro. Ingelsson viene da 7 mesi di infortunio, a me piace molto, si mette a disposizione della squadra, non avrò problemi a dargli chance in futuro quando si potrà".

Lo sciopero del tifo: “L'Udinese è tutte le componenti insieme, società, staff, tifosi, non riesco a scindere le componenti in causa, sono sicuro che se riusciremo a essere gruppo in tutte le sue componenti allora faremo risultati”.

I nuovi arrivati sono arrivati in condizioni molto diverse fra di loro: “Okaka lo conoscete già, svolgiamo un lavoro diverso rispetto a quanto erano abituati i nuovi innesti, abbiamo aumentato i carichi quindi per esempio Stefano ultimamente ha fatto un po' più di difficoltà, ora è più brillante. Sandro aspettiamo di conoscerlo in allenamento, Wilmot sa molto bene l'inglese, quindi non ha avuto problemi ad integrarsi, stiamo cercando di capire al meglio dove può integrarsi, se in mezzo alla difesa o in mezzo al campo, è giovane, deve integrarsi al campionato nuovo. Poi dipenderà tutto dal rettangolo verde, che è il giudice ultimo”.

Continuano ad esserci diversi elementi in infermeria: “Da quando sono arrivato siamo in pochi per i problemi di infortuni, ma non mi interessa, perché bisogna trovare soluzioni alle eventuali difficoltà. Ad oggi è molto chiara l'impronta della squadra, l'arrivo di De Maio ci ha permesso di avere un giocatore già esperto nella linea a 3, l'arrivo di Zeegelaar ci permette di avere un ricambio a D'Alessandro. Ci sono giocatori oggettivamente un po' più indietro perché vengono da altre realtà. L'importante è essere squadra nei momenti di difficoltà, essere consapevoli che questi siamo e che possiamo far bene anche così. Serve lavorare, mettersi in forma e "mentalizzarsi" nella situazione classifica attuale, ma senza perdere l'entusiasmo”.

Resta il dubbio Lasagna, che continua a lamentare problemi alla spalla: “Per Lasagna parlano i numeri, nelle dieci partite in cui ci sono stato 5 volte è partito titolare, 3 da subentrato e due fuori per problemi. Nella sosta ha fatto una preparazione importante per recuperare, poi ha avuto il problema alla spalla che lo ha costretto a lavorare in modo ridotto. Lasagna per noi è importantissimo, sa benissimo che deve entrare e determinare, la cosa più semplice del mondo, ma anche la più difficile”.

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