Un nuovo inizio. Cinquanta minuti per sentirsi di nuovo protagonista, di nuovo vivo. Arkadiusz Milik si è ripreso il Napoli, con forza e vigoria, con la voglia di chi è consapevole di esser stato scippato per due volte dal destino. Si è capito dal modo in cui è entrato in campo a Reggio Emilia contro il Sassuolo che nella testa del centravanti polacco, oltre alla voglia di fare e di rimettersi in gioco, c'era ben altro, quella cattiveria agonistica di urlare al mondo di essere tornato e di dimostrare che nonostante la sfortuna, Milik è ancora in piedi. Arek c'è e dopo la parentesi iellata del Mapei Stadium, con quella traversa che grida ancora vendetta, c'è stato modo di rifarsi. 

Altri venticinque minuti per lui, stavolta davanti al pubblico amico del San Paolo, il quale non gli ha fatto mai mancare affetto e calore nei momenti più bui. Il miglior modo per ripagare quei cinquantamila che hanno urlato nuovamente il suo nome al momento dell'ingresso in campo al posto di Hamsik è stato facendo quel che sa fare meglio, ovvero il gol. Ci è andato vicino con un delizioso pallonetto di sinistro, fermato da Sorrentino, poi di testa, all'88', l'estremo difensore clivense si è dovuto inchinare alla girata di testa - in controtempo - del polacco. La gioia per il gol strozzata in gola, perché la necessità primaria è stata quella di tornare immediatamente a centrocampo per provare - e successivamente riuscire - a vincere la partita. 

Il sorriso però non lo ha strozzato, anzi. Lo ha mostrato fiero e conscio di chi si è liberato di un peso, di un macigno enorme. Una dedica alla fidanzata, poi la testa è tornata sul campo, al da farsi. Non pago, Arek ci ha riprovato di testa qualche secondo dopo sull'assist del compagno di Nazionale polacco Zielinski, ma Sorrentino ha detto nuovamente di no. Laddove non è riuscito con la doppietta, Milik non si è dato per vinto, lottando anche su quel cross di Callejon che, ad un minuto dalla fine, ha dato a Diawara la possibilità di battere a rete: smorzata decisiva, Milik è tornato. 

Adesso, però, è tempo di guardare al futuro ed a queste ultime sette partite che lo vedranno per forza di cose protagonista assoluto. Il dilemma, come ha detto Sarri dopo la sfida con il Chievo, è quello di capire realmente quanti minuti ha nelle gambe e, se non nella trasferta di Milano, ma contro l'Udinese al San Paolo nel turno infrasettimanale, potrebbe e dovrebbe toccare a lui dal primo minuto. Difficile vedere un 4-2-3-1 a San Siro anche nel primo tempo, con il tecnico toscano che si conserva quest'arma per l'ultima mezz'ora in caso di estrema necessità. Tuttavia, l'arma Milik potrebbe essere quella in più per scardinare le arcigne difese che si opporranno in questo finale di stagione. La rincorsa alla Juve ed allo Scudetto è ancora viva, ed il Napoli lo deve anche se non soprattutto ad Arek Milik.