Hakan Calhanoglu è forse il simbolo più evidente della metamorfosi del Milan da Montella a Gattuso. Il turco faticava con l'Aeroplanino in panchina, dando l'apparenza di essere un giocatore di talento, ma spaesato, fuori contesto, con le gambe pesanti e la mente affollata di pensieri. Con Rino, invece, le cose sono cambiate: ora Calhanoglu è un punto fermo di questo Milan e a sentire il tecnico del Milan il turco ha appena iniziato a far vedere quello di cui è capace.

Parlando al Corriere della Sera, Calhanoglu ripercorre i primi mesi difficili in rossonero: "Non avevo mai giocato fuori dalla Germania, non capivo la lingua, era difficile comunicare. Il primo mese, poi, è stato duro: vivevamo in albergo con la mia ragazza, non avevamo casa. Le difficoltà con Montella? Nel calcio è così, gli allenatori vanno e vengono, e ciascuno ha i suoi metodi, la sua filosofia, il suo sistema di gioco, magari cambiano anche piccole cose e un giocatore si trova meglio o peggio; è come con gli insegnanti, uno ha un modo diverso di spiegare e tu lo capisci di più".

A proposito di questo, il feeling con Gattuso sembra essere molto forte: "Mi ha detto che avevo la testa piena e dovevo liberarla, pensando solo a giocare. Mentalmente mi ha reso più forte. Ma non solo lui, tutto il suo staff ha creato una bellissima atmosfera a Milanello. Ci piace allenarci. Anche i compagni, Mirabelli e Fassone mi hanno aiutato nei momenti brutti. In quelli belli c’è sempre tanta gente. Ci spinge a dare il 101% in tutti gli allenamenti e questo ci piace. La squadra ha anche iniziato a giocare bene. Per quanto mi riguarda, mi ha aiutato moltissimo, mi ha parlato e mi ha fatto sentire la sua fiducia".

Infine, si parla della Juventus, il prossimo avversario: "È una squadra importante, che ha giocato due finali di Champions, e ha grandi attaccanti, dovremo stare attenti a Higuain, Pjanic, Dybala. In ogni caso noi dobbiamo giocare da squadra, se lo facciamo possiamo vincere anche contro di loro".