23 dicembre 2017. Questa era la data dell'ultima sconfitta del Milan, prima che stasera a San Siro si presentasse un Arsenal troppo superiore sotto l'aspetto qualitativo per lasciare qualche barlume di speranza ai rossoneri, finiti per mostrare tutti i loro limiti già all'andata degli ottavi di finale di quest'edizione di Europa League. Il risultato finale di 0-2 firmato Mkhitaryan e Ramsey può essere considerato tutto sommato giusto, con i Gunners che hanno sfruttato assolutamente meglio dalla trequarti in su le possibilità avute, mostrando quel cinismo che in queste circostanze è fondamentale. A caldo, dopo la gara, ha detto la sua ai microfoni di Sky Sport uno dei protagonisti in campo, Alessio Romagnoli: "Qualche episodio c'è andato male. Abbiamo iniziato anche male, abbiamo preso due gol stupidi, ci siamo spenti. Abbiamo buttato l'andata dai, ora c'è il ritorno. Differenza d'esperienza? Non penso, in campo dai tutto quello che hai. Abbiamo sbagliato noi sui gol, dobbiamo ripartire e pensare uno ad uno. È difficile, ma uno ci prova: non abbiamo nulla da perdere".

L'altro centrale di difesa, Leonardo Bonucci, alla stessa emittente televisiva ha proseguito la disamina fermandosi per un po' più di tempo sulle cause di questo crollo: "Il primo tempo sicuramente è subentrata un po' di paura, di ansia di affrontare una squadra con grande giocatori, quello sicuramente. È difficile, però nel calcio tutto può succedere. Impariamo dal primo tempo di stasera che non possiamo non difendere e non attaccare di squadra. Eravamo lunghi tra i reparti, merito anche di un Arsenal che ha corso tanto e ha giocato uomo-contro-uomo. Andando a Londra con lo spirito del secondo tempo possiamo ancora fare risultato. Quello che oggi ci è mancato è il coraggio di prenderci qualche responsabilità in più, sia nel possesso palla sia quando c'erano da chiudere traiettorie di passaggio in fase difensiva. Nel secondo tempo abbiamo fatto meglio e concesso solo un'occasione a Welbeck su un errore nostro. Quello che abbiamo sbagliato stasera era gestire meglio la palla, in controllo, nei passaggi potevamo andare meno in difficoltà".

Continua la disamina dell'ex Juventus, che batte molto sul tasto del coraggio da implementare: "Credo che sia stata generale questa situazione, abbiamo sbagliato in tanti tecnicamente. Nel primo tempo eravamo troppo ansiosi, eravamo quasi timorosi nel giocarcela: serve coraggio in queste partite, comunque contro hai dei grandi giocatori che ti possono inventare grandi giocate in qualsiasi momento. Abbiamo preso due gol che si potevano evitare ma va dato merito all'Arsenal che ha fatto un grande primo tempo. Non sono le gambe, è la testa che muove tutto".

Anche piuttosto commosso, il difensore alla fine saluta il proprio ex compagno in Nazionale Davide Astori, deceduto domenica mattina: "Ciao Davide, non ho avuto modo di andarlo a salutare ed un po' è stato brutto... comunque, Davide era un numero uno sotto tutti i punti di vista. Ha toccato la squadra sotto tutti i punti di vista, lo porterò sempre con me, un grande compagno ed un grande uomo".

Poco dopo si è unito, in un'analisi più approfondita, il tecnico Gennaro Gattuso. L'ex giocatore si sofferma su altri punti riguardo il duello, magari con un occhio pure al ritorno: "Io mi sarei buttato, lo tocca... il contatto c'è, ma va bene così. Non è questo il problema, come fai a non buttarti qua... vabè. Questo è un episodio, sicuramente potevamo fare molto meglio oggi... abbiamo sofferto tanto, l'Arsenal ci è stato superiore sicuramente a livello tecnico. Oggi tecnicamente abbiamo sbagliato tanto. L'avevamo preparata, loro seguono a uomo, ma non avevamo coraggio: quando verticalizzavamo ci allungavamo. Abbiamo sofferto tantissimo quando c'imbucavano, tre contro tre, quattro contro quattro... E' vero che era una squadra in grandissima difficoltà, però la qualità non si compra al supermercato ed è vero che hanno qualità".

I problemi d'esperienza sono noti ad uno con l'esperienza internazionale dell'ex mediano italiano: "Chi gioca a calcio sa che è difficile giocare questo tipo di partite. Non sono io che nascondo l'età, bisogna passare da questi percorsi, dopo fra delle partite si parlerà diversamente... fin quando non giochi con partite così, con giocatori così parleremo sempre di esperienza. Anch'io ho giocato a 21 anni e sbagliavo tanti palloni, a 28 ne sbagliavo meno".

Ora bisognerà tornare a dare il massimo in allenamento per ricominciare a correre da subito: "Testa a domenica, con il Genoa, ancora ci stiamo giocando qualcosa di importante. Da lunedì penseremo all'Arsenal, sappiamo che è difficile, indossiamo una maglia gloriosa e non possiamo andare a fare scampagnate. Pensiamo però a domenica che è molto difficile".

Riguardo i tanti disimpegni sbagliati, l'allenatore sostiene che i problemi nelle uscite siano stati solo una parte di quelli dei milanesi: "Il primo tempo l'abbiamo fatto con Rodriguez, con Calabria molto meno... in palleggio potevamo fare molto meglio, non cercavamo mai il terzo uomo, ci allungavamo quando volevamo verticalizzare; il problema vero però era quando c'imbucavano, le linee troppe larghe, un po' di casino coi centrocampisti, sia Bonaventura che Kessié fuori posizione, loro c'imbucavano... il vero problema è stato questo".

Anche sotto l'aspetto psicologico, comunque, non è stata semplice per il Diavolo: "Queste sono partite che sai che ti guarda tutto il mondo, sono partite completamente diverse dalla Serie A. E' vero le abilità tecniche, ma anche una fisicità impressionante... ci metti la posta in palio, l'attenzione, l'inesperienza ed è fatta. Abbiamo sofferto, però su qualche ripartenza non eravamo brillanti come nelle ultime partite. Abbiamo simulato i carichi di lavoro che avremmo dovuto fare domenica".

La strategia, in conclusione, era stata progettata in maniera molto diversa, ma anche per meriti degli avversari:"Dovevamo palleggiare, dovevamo andare a muro ed alla ricerca del terzo uomo con Patrick, Cutrone, che li allungava avanti. Tante volte però abbiamo perso il pallone, lo sviluppo del gioco non l'abbiamo fatto nella maniera migliore, per demeriti nostri e meriti loro, sono stati bravi".